Durante la conferenza stampa sull’amusement organizzata oggi alla Camera, Roberta Guglielmetti, professore ordinario presso il Dipartimento di Economia Aziendale di Uniroma 3, ha presentato i risultati di una ricerca approfondita sul comportamento dei giovani nelle sale giochi, sottolineandone le implicazioni sociali ed educative.
“La nostra ricerca, durata circa due anni, è stata scientificamente rigorosa e articolata in tre fasi principali. Inizialmente, abbiamo condotto una revisione sistematica della letteratura nazionale e internazionale, scoprendo che non esistevano studi simili al momento della nostra indagine. Successivamente, abbiamo realizzato un’indagine qualitativa coinvolgendo adolescenti tra i 13 e i 18 anni e i loro accompagnatori, per comprendere le motivazioni e i comportamenti legati alla frequentazione delle sale giochi. È emerso che il gioco è percepito principalmente come divertimento e come un’opportunità per socializzare, sia dai giovani che dagli adulti.”
L’ultima fase della ricerca, di natura quantitativa, ha coinvolto un campione rappresentativo di giovani tra i 18 e i 30 anni su scala nazionale, raccogliendo oltre 1.000 risposte attraverso questionari online e interviste in luoghi neutri. “Abbiamo indagato anche sulla possibile correlazione tra i giochi con vincita di ticket redemption e la propensione a utilizzare giochi con vincita in denaro. È emerso che questa relazione, pur esistente, è molto debole e dipende da molteplici concause, come l’ambiente familiare. Inoltre, abbiamo identificato diversi fattori di mitigazione che le sale giochi possono adottare per prevenire comportamenti problematici.”
Tra questi fattori, Guglielmetti ha evidenziato l’importanza di promuovere l’etica e la sostenibilità all’interno del settore: “Il nostro studio dimostra che il gioco può avere un ruolo educativo e sociale positivo, a patto che venga gestito con responsabilità. Le sale giochi, infatti, possono contribuire a prevenire comportamenti a rischio e a offrire ai giovani spazi sicuri dove divertirsi e socializzare.”
La ricerca rappresenta un passo avanti significativo per comprendere meglio il rapporto tra i giovani e il mondo dell’amusement, con l’obiettivo di promuovere un settore più etico e orientato alla sostenibilità sociale.