Durante la conferenza stampa sull’amusement organizzata oggi alla Camera dalle principali associazioni di settore, Elisabetta Benedetti, ricercatrice del CNR, ha portato l’attenzione sul fenomeno crescente dell’isolamento sociale volontario tra gli adolescenti, noto come hikikomori, e sulla correlazione con comportamenti problematici legati al gaming e al gioco d’azzardo.
“Con il mio laboratorio di ricerca sui servizi sanitari conduciamo annualmente lo studio ESPAD, che monitora la diffusione di comportamenti a rischio tra i ragazzi di 15-19 anni. Nel 2021 abbiamo iniziato a studiare il fenomeno dell’isolamento sociale volontario, una realtà poco esplorata in Italia ma largamente diffusa, specialmente dopo la pandemia. I nostri dati ci dicono che circa il 2% dei ragazzi ha sperimentato periodi di isolamento sociale superiore ai sei mesi, mentre un ulteriore 10% si isola per periodi più brevi ma significativi, trascorrendo gran parte del tempo nella propria stanza, prevalentemente su internet e giocando ai videogiochi.”
Benedetti ha evidenziato la crescente incidenza di comportamenti problematici tra i giovani: “Il 16% degli studenti presenta un profilo di gaming problematico e quasi il 5% ha un profilo di gioco d’azzardo problematico, nonostante sia proibito ai minori. Questi fenomeni sono strettamente correlati e in aumento, anche per le caratteristiche immersive e coinvolgenti dei videogiochi moderni.”
Secondo la ricercatrice, il gioco può essere uno strumento positivo, ma richiede un contesto adeguato: “La proposta di allargare il gioco senza vincita in denaro alle famiglie può essere un veicolo importante per combattere l’isolamento sociale. Il gioco è da sempre un mezzo attraverso cui i giovani creano e mantengono relazioni, ma è fondamentale accompagnarlo con il dialogo familiare, il supporto parentale e la creazione di spazi sicuri e aperti dove possano socializzare.”
Benedetti ha concluso con un appello a un approccio integrato: “Dobbiamo evitare il rischio di creare nuove solitudini. È cruciale fornire strumenti e servizi per sostenere i ragazzi e aiutarli a ritrovare un equilibrio sociale, riducendo le fragilità che li portano a isolarsi o a sviluppare comportamenti problematici. Il nostro obiettivo deve essere quello di costruire un ambiente che favorisca la socializzazione, il dialogo e il benessere complessivo.”
Le parole della ricercatrice sottolineano l’urgenza di un impegno condiviso tra famiglie, istituzioni e settore dell’intrattenimento per affrontare queste sfide che coinvolgono le generazioni più giovani.