“Il Consiglio dei Ministri ha approvato definitivamente il decreto legislativo per il riordino del settore dei giochi online. Al riguardo lo abbiamo chiesto con diverse associazioni a fine 2023 e nel corso delle audizioni in Parlamento dei primi mesi del 2024: il riordino in realtà deve essere unitario e complessivo per tutto il comparto del gioco pubblico, proprio come immaginato dal legislatore della Legge Delega”, così commenta Geronimo Cardia, Presidente di ACADI (Associazione concessionari gioco pubblico).
“Nelle interlocuzioni c’è stato spiegato che una delle ragioni per le quali è stata data precedenza all’on-line è che il riordino del territorio richiederebbe più tempo perché deve passare in Conferenza Stato Regioni, per il superamento del problema della questione territoriale, per il superamento dei distanziometri espulsivi e delle limitazioni orarie troppo stringenti oggi previste per alcuni tipi di prodotti (nessuno parteciperebbe alle gare sapendo che non gli sarebbe poi di fatto consentito di mettere a terra i punti assegnati)”.
“Le 4 associazioni nei documenti comuni depositati nelle Commissioni lo hanno detto chiaramente: la Conferenza chiamata a risolvere la questione territoriale, che riguarda principalmente solo gli apparecchi, ma anche per certi versi scommesse e bingo, deve avere ben chiaro che le valutazioni sulle misure di contrasto al disturbo da gioco d’azzardo, oggi concentrate solo su poche tipologie di giochi, devono fare i conti con la loro effettiva efficacia, con la comorbilità del disturbo e con i continui riversamenti della domanda di gioco su tipologie di giochi non colpiti da queste misure della normativa locale che, nei fatti, si son dimostrate selettivamente espulsive, discriminatorie, disorganiche e, in quanto tali, non efficaci se non contro lo scopo. Allo stesso tempo, i conseguenti spostamenti della domanda di gioco su tipologie di giochi non limitate dalle misure del territorio, che peraltro presentano una minore leva fiscale rispetto alla spesa, sono in grado di mettere a rischio l’invarianza di gettito che invece è presupposto dell’attuazione dell’intero riordino. In altre parole quel che conta oggi è che il riordino del territorio deve cominciare a vedere la luce prima possibile per non consentire un aumento del divario di trattamento tra quasi sempre stessi prodotti di diversi sistemi distributivi. E ciò non solo a tutela dell’integrità delle imprese e dei posti di lavoro impegnati nelle filiere del comparto del territorio ma, come detto, ancor prima per la tutela effettiva dell’utente, per il mantenimento dei presidi di legalità sui territori e per il mantenimento dei livelli di gettito erariale”, conclude Cardia.