“Contrastare il gioco pubblico con distanziamenti e limitazioni di orario in realtà non ha avuto l’effetto sperato dalle frammentate leggi regionali, come avvalorato dagli esperti sanitari. La spesa del giocatore è anzi aumentata complessivamente in questi anni di interventi legislativi, poiché i consumatori continuano a giocare, visto che le limitazioni non sono applicate a tutti i giochi, oppure si rivolgono al gioco illegale.
I distanziometri presentano parametri tecnici così estesi da rendere impraticabile la distribuzione dell’offerta di gioco in molti territori. Perizie urbanistiche dimostrano che tali misure portano all’installazione dei punti di gioco ai margini dei territori, creando una ghettizzazione di fatto. Un esempio significativo è Varese, che ha imposto una limitazione di 16 ore al giorno, rendendo difficile per gli operatori offrire il servizio dello Stato.
Questo comporta problemi sia per gli operatori sia per lo Stato, che non riesce a bandire gare per le concessioni scadute, mentre gli operatori sono costretti a pagare proroghe onerose anche per prodotti che non possono distribuire a causa delle norme espulsive. Attualmente è in corso un tavolo tecnico tra MEF e Agenzia dei Monopoli e delle Dogane per spiegare questi aspetti alle regioni. È necessario armonizzare e ridurre il livello di tassazione del gioco pubblico” – È quanto affermato dall’Avv. Geronimo Cardia, Presidente di ACADI, in occasione di un The Watcher Talk.