(Jamma) “Finchè siamo in tempo – si legge in una nota dell’associazione Imprenditori Ippici Italiani del trotto e del galoppo – dobbiamo intervenire subito per salvare quello che è rimasto dell’allevamento italiano! Sicuramente nei prossimi anni cambieranno le regole e si svilupperà un circuito, e di conseguenza un mercato, del cavallo europeo, e non dobbiamo perdere questa opportunità di rilancio.
Abbiamo ancora strutture, competenze e genealogie di primissimo livello ma l’incertezza istituzionale degli ultimi anni e la conseguente morte del mercato italiano provocata dalla totale mancanza di programmazione stanno seriamente mettendo in crisi tutte le Aziende e provocato un preoccupante calo dei nati.
Paradossalmente le Aziende più qualificate e strutturate sono state le più penalizzate e abbiamo già perso nomi illustri che hanno fatto la Storia dell’ippica italiana, occorre invertire questa tendenza perchè il futuro sarà solo legato alla qualità ed il prodotto medio basso non avrà alcun mercato.
Per salvare quello che, di qualitativo, ancora esiste occorre attuare immediatamente un Piano triennale per l’allevamento col quale si pongano regole nuove e certe sulla programmazione delle corse dei 2 e 3 anni, si sostengano gli Allevatori dei cavalli di qualità che corrono all’estero e si aiutino le Aziende Agricole dell’allevamento italiano con un programma di provvidenze e con l’acquisizione di contributi europei.
Ogni giorno ricordiamo al Mipaaf che gli allevatori italiani stanno ancora aspettando i soldi delle provvidenze del 2011 (inseriti in bilancio Unire) e quelli del 2013 (inseriti nel bilancio Assi), che si inizi a distribuire queste risorse dovute a chi rappresenta la base della filiera ippica!”.
Abbiamo ancora strutture, competenze e genealogie di primissimo livello ma l’incertezza istituzionale degli ultimi anni e la conseguente morte del mercato italiano provocata dalla totale mancanza di programmazione stanno seriamente mettendo in crisi tutte le Aziende e provocato un preoccupante calo dei nati.
Paradossalmente le Aziende più qualificate e strutturate sono state le più penalizzate e abbiamo già perso nomi illustri che hanno fatto la Storia dell’ippica italiana, occorre invertire questa tendenza perchè il futuro sarà solo legato alla qualità ed il prodotto medio basso non avrà alcun mercato.
Per salvare quello che, di qualitativo, ancora esiste occorre attuare immediatamente un Piano triennale per l’allevamento col quale si pongano regole nuove e certe sulla programmazione delle corse dei 2 e 3 anni, si sostengano gli Allevatori dei cavalli di qualità che corrono all’estero e si aiutino le Aziende Agricole dell’allevamento italiano con un programma di provvidenze e con l’acquisizione di contributi europei.
Ogni giorno ricordiamo al Mipaaf che gli allevatori italiani stanno ancora aspettando i soldi delle provvidenze del 2011 (inseriti in bilancio Unire) e quelli del 2013 (inseriti nel bilancio Assi), che si inizi a distribuire queste risorse dovute a chi rappresenta la base della filiera ippica!”.