(Jamma) – Le difficoltà economiche che attraversano i Gestori delle Newslot sono sotto gli occhi di tutti, ma nessuno ne parla.
Dall’ottobre 2011 il settore Newslot2 è in viaggio con destinazione Newslot3, solo che il viaggio è stato organizzato male dalla Amministrazione Autonome dei Monopoli di Stato, oggi Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Le tappe teoriche erano stabilite in un Decreto direttoriale, ma all’atto pratico le coincidenze, tra una tappa e l’altra, sono mancate.
Nella mente dell’estensore il decreto in prevedeva la coincidenza della riduzione del payout dal 75% al 74% con l’arrivo dei nuovi apparecchi. In aggiunta prevedeva l’aumento del PREU di 0,9%, che passava dall’11,80 del 2012 al 12,7% a partire dal gennaio di questo anno. Aumento che, all’apparenza, doveva essere “neutro” per i Gestori in quanto compensato dalla riduzione dell’1% del payout.
Nulla invece è andato come previsto da AAMS, ed a distanza di due anni il passaggio da Newslot2 ad Newslot3 è tutto da definire, mentre dal 1 gennaio di quest’anno è iniziata la migrazione da Newslot75% ad Newslot74%.
Dopo molte indecisioni, la omologa di giochi al 74% è iniziata solo nell’ultimo trimestre dell’anno scorso, risultato che solo una piccola parte del parco apparecchi è stato convertito al payout del 74%, per il resto ancora da modificare la differenza del PREU esce dalle tasche dei Gestori.
Per un apparecchio da 50.000 euro l’anno di COIN, la differenza di PREU è di 450 euro. Il costo sostenuto per gli apparecchi non ancora modificati pesa circa il 20% del ricavo dell’azienda di gestione.
Il danno economico per la categoria dei gestori non è da poco, tanto che molti piccole realtà sono in crisi ed hanno iniziato a vendere i loro “noleggi”.
Inoltre, la riduzione del margine operativo ha indotto, probabilmente, molti Gestori a ritirarare apparecchi dal territorio, questo fatto giustifica in parte la riduzione del parco Newslot installato di 6.586 apparecchi.
Conclusioni
Oggi è praticamente impossibile mandare avanti una attività per conto delle Stato, in particolar modo quando lo Stato è fuori controllo e governa solo in ragione dell’umore pubblico, ovvero il mal di pancia degli italiani, ed il pudore pubblico, ovvero il permanere di un ipocrito senso del pudore, arma preferita da coloro che elettoralmente devono fare i conti con la struttura temporale della chiesa cattolica.
Gli anni che viviamo sono i peggiori per chi opera per conto dello Stato, non si ricorda un momento negativo come quello attuale dalla fondazione di Roma ad oggi.
Tutti, nessuno escluso, sono contro lo Stato e questo antagonismo si riverbera su coloro che operano per suo conto.