Astro: il meritorio impegno Parlamentare sarà applicabile al gioco illegale?

(Jamma) Non è facile far comprendere un dato molto importante del settore gioco lecito, che pare essere di complessità tale da richiedere una schematizzazione molto incisiva.

  1. La relazione della Corte dei Conti per il 2012 chiarisce che la spesa di gioco registrata mediamente per le scommesse autorizzate e gli apparecchi legali (AWP e VLT) è in calo sensibile e costante;
  2. La preoccupazione per la dipendenza da G.A.P., di contro, aumenta;
  3. La rete “extra legale”, ovvero parallela e antagonista al circuito gestito dallo Stato tramite gli operatori selezionati dall’ADM è in costante crescita, arrivando persino a raggiungere – in certe zone – una capacità distributiva pari a quella dei servizi leciti (già sicuramente maggiore, invece, nel segmento del gioco on line).

E’ quindi logico attribuire una significativa porzione di “incidenza” del fenomeno socio-sanitario, collegato all’abuso di gioco, al contesto dei servizi “non autorizzati” e illegali.

In questo scenario, un intervento legislativo che metta in campo risorse per aiutare chi necessita di cure sanitarie per guarire dal G.A.P., oltre a iniziative affinché il gioco lecito possa essere fruito con modalità tali da prevenire la caduta in patologia è sicuramente positivo.

Tuttavia tale sforzo deve essere accompagnato da una riflessione stringente: nel comparto del gioco legale le regole trovano applicazione e attuazione, mentre nell’altro “settore” (che già si sa avere una incidenza socio-sanitaria almeno equivalente), vige il principio opposto.

Il percorso obbligato di un iter legislativo efficace e coordinato, quindi, dovrebbe fondarsi, prima di tutto su una scelta di fondo:

Mantenere il circuito regolare di gioco lecito a cui imporre sempre migliori regole comportamentali, e quindi sconfiggere la illegalità che si contrappone ad esso con la propria sleale concorrenza, oppure azzerare ogni distinzione tra lecito e illecito, vietando tutto.

Solo da questa preliminare e pregiudiziale questione politica può partire un percorso legislativo innovativo e seriamente orientato a dare una risposta risolutiva al fenomeno che si vuole contrastare, e che ragionevolmente dovrà assumere ad ulteriore dato di partenza quello della presenza immanente – da oramai 15 anni – di una elevata domanda di gioco sul nostro Territorio, difficilmente modificabile con la mera cancellazione dell’offerta pubblica.

AS.TRO metterà a disposizione dei Componenti della Giunta tutte le proposte e le disamine effettuate sino ad ora dal contesto confindustriale al fine di ottimizzare il percorso legislativo, ma soprattutto sensibilizzarlo ad una presa di posizione sulla preliminare questione sollevata: se la ludopatia dovesse mai ritrovarsi generata solo (o in gran parte) dal gioco illegale a seguito dello smantellamento (o eccessivo indebolimento) dell’attuale sistema industriale regolare, nessuna Legge potrà mai raggiungere l’obiettivo di aiutare i cittadini bisognosi di cure o di tutele preventive: l’alone di omertà e complicità di cui sa dotarsi l’offerta illegale di gioco d’azzardo è tale da investire anche la sfortuna utenza che vi accede a cui non sarà facilmente consentito di “uscire” allo scoperto (magari segnalando dove e come ha giocato).

La vera differenza tra gioco illegale e gioco autorizzato e controllato, infatti, non risiede nella diversità di “emozione” che si genera, bensì negli stratagemmi che gli operatori dell’”altro settore” possono permettersi per reclutare utenza e ridurla prontamente in schiavitù, tra cui il gioco a credito (o gratuito) all’inizio, la dilazione dei pagamenti, alle prime perdite, per poi arrivare alla totale “padronanza” della persona e delle sue scelte di vita (allorquando il debito già esorbita la capacità finanziaria del soggetto, che in tali condizioni viene spesso “venduto” agli usurai).