(Jamma) Il 54% dei giocatori è nullatenente mentre un ulteriore 31% dichiara al fisco di guadagnare meno di 10mila euro all’anno. In pratica l’85% dei giocatori sono poveri e molti di loro hanno la social card. Un dato che strida con le giocate effettuate ogni anno di migliaia di euro dai “poveri possidenti” confrontate con le dichiarazione dei redditi presentate.
A rivelarlo è la nuova indagine condotta dal Centro Studi e Ricerche Sociologiche “Antonella Di Benedetto” di Krls Network of Business Ethics dell’Associazione Contribuenti Italiani illustrata oggi a Bari nel corso del seminario “Riciclaggio, gioco d’azzardo ed evasione fiscale”.
“L’Italia ha il primato, in Europa, per la maggior cifra giocata al tavoli da gioco, una media quasi 2.430 euro a persona, che vengono sot! tratti all’economia reale, minorenni inclusi, il cui numero è passato in soli 3 anni da 860 mila unità a 4,2 milioni – afferma Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani. – L’erario si preoccupa più di fare cassa che combattere l’evasione fiscale accertando i giocatori nullatenenti”.
I giocatori in Italia sono 33,2 milioni, di cui 8,4 milioni giocano con frequenza settimanale. Il giro di affari nel 2013 potrebbe superare i 100miliardi di euro all’anno, in forte crescita rispetto ai 85 miliardi di euro del 2012, ai 78 del 2011 e agli appena 16 del 2003.
Anche il coinvolgimento di giocatori di età inferiore ai diciotto anni ha subito nel 2013 un forte incremento pari al 14,6%, ed in soli 3 anni sono passati da 860 mila unità a 4,2 milioni: a questa fascia è attribuibile il 37% di tutte le giocate.
I giocatori più incalliti sono quelli residenti in Molise con il 57%, segue la Campania con il 51% e dalla Sicilia 50,7%. In ul! timo posto troviamo quelli del Trentino Alto Adige con il 31,9%.
L’Associazione Contribuenti Italiani propone che vengano introdotte serie misure per combattere il gioco d’azzardo, l’evasione fiscale ed il riciclaggio come quella di applicare ogni anno il redditometro a tutti i giocatori previa identificazione degli stessi e di tutte le giocate, al fine di evitare non solo l’approccio dei minorenni, quanto anche il diffondersi di traffici illegali come il riciclaggio,l’usura e l’evasione fiscale, unitamente all’introduzione del divieto al gioco d’azzardo in tutti i luoghi pubblici.
Un’ulteriore proposta avanzata per combattere l’evasione fiscale e rilanciare l’economia del paese è quella di applicare su tutti i giochi legalizzati (IUG) un’imposta unica sostitutiva pari al 50% della vincita o di tassarle in dichiarazione dei redditi con l’aliquota ordinaria.
“Lo scopo delle istituzioni è quello di combattere l’evasione fiscale identificando tutti i finti poveri o nullatenenti – afferma Vittorio Carlomagno, presidente dell’Associazione Contribuenti Italiani – non di certo quello d far cassa ad ogni costo chiudendo tutte e due gli occhi”.