Crocetta a colloquio con Alfano sui casinò ‘approfondiremo e vedremo’

(Jamma) Nella giornata di martedì il governatore della Sicilia Crocetta, a Roma parlava con il ministro dell’Interno Angelino Alfano e tra le varie questioni “Abbiamo anche toccato l’argomento delle case da gioco – dichiara al quotidiano La Sicilia- sia perché ci sono delle sentenze mai applicate del Consiglio di Stato e sia perché i siciliani, non potendo giocare a casa propria, sono costretti ad andare a Malta, che si trova ad appena mezz’ora di volo e dove ci sono ben quattro case da gioco. Perché il Viminale concesse negli anni 30 la deroga a Venezia, Sanremo, Saint Vincent e Campione? Perché avevano a pochi chilometri dalla frontiera i casinò francesi, svizzeri e tedeschi. E la Sicilia non ha Malta dietro la porta? So che ci sono 21 centri turistici che da tempo chiedono una casa da gioco, ma la Sicilia ha dei punti in più”.

Che risposta ha dato Alfano? chiede il giornalista Tony Zermo al governatore “Mi ha detto – risponde – che deve approfondire la questione, che non è semplice, e poi vedremo cosa fare insieme”.

Intanto l’assessore regionale al Turismo, Michela Stancheris, sta vedendo di riesumare una delle decine di disegni di leggi presentate all’Ars e al Parlamento nazionale. L’ultima proposta di legge-voto all’Ars è quella di cui è primo firmatario Lino Leanza. Tuttavia questa parlamentare è una via lunga e tortuosa: la legge-voto deve andare al Parlamento nazionale, i partiti si consultano, i ministri si consultano, la lobby dei quattro casinò in funzione tutti al Nord si mette in movimento e sa che tasti deve toccare e come toccarli. Finisce che poi non si fa niente di niente, come è accaduto per decenni, tanto vale bussare al Viminale. Nel frattempo l’attesa in Sicilia è alta, soprattutto tra le migliaia di persone che vanno a giocare a Malta, oppure al Nord Italia.

Se il ministero dell’Interno concedesse la deroga in ragione della vicinanza dei quattro casinò di Malta, sarà il presidente della Regione con la sua giunta a decidere. Se fosse solo uno, la candidatura di Taormina non si discute; se fossero di più potrebbero essere Cefalù ed Erice. S’è fatta avanti Trapani che ha proposto per voce di Nino Oddo la storica sede della Colombaia, ma non è il caso di avere troppe aspettative. Teniamo comunque presente che una casa da gioco dovrà organizzare eventi di buon livello, impegnarsi nella crescita del territorio in cui agisce (dando il 25% degli introiti alla Regione e il 25% al Comune) e di conseguenza dovrebbe poter contare su una sede di assoluto prestigio e su personale qualificato plurilingue. Taormina, ad esempio, potrebbe utilizzare l’antico Sesto Acuto.

Occorre aspettare e vincere delle resistenze non da poco, quelle che hanno finora impedito l’apertura di una casa da gioco in Sicilia, un po’ per la pressione della lobby e un po’ per il solito spauracchio della mafia, come se al Nord non ci fosse.