(Jamma) Tra i minori e le slot non corre buon sangue. E’ quanto emerge da uno studio redatto a conclusione di un progetto dal titolo “Io la mia vita non me la gioco” promosso dalla associazione Codici , insieme alla Regione Lazio. Si tratta di un progetto, rivolto ai ragazzi in età scolastica e finalizzato a far conoscere le caratteristiche del gioco compulsivo e d’azzardo, sia legale che illegale (iniziativa svolta nell’ambito del Programma Utenti e Consumatori 2011 della Regione Lazio). Oggi, nel corso della conferenza stampa presso la sala delle Vergini del Comune di Roma, sono stati presentati i risultati del progetto. Sono intervenuti: Fabrizio Santori, Commissione Politiche sociali e salute della Regione Lazio; Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale del Codici; Monia Napolitano, Sociologa Codici; Marta Rapiti, Psicologa che ha curato il progetto Codici nelle scuole; Monica di Berbardo e Doriana Michelini, docenti Istituto via Casale del Finocchio.
Nel progetto dell’associazione sono stati coinvolti circa 500 ragazzi tra i 10 e i 16 anni ed è emerso quanto segue.
In generale dallo studio condotto dall’associazione Codici è emerso che i minori giocano e che il gioco è ritenuto un comportamento socialmente accettato.
L’80 per cento dei ragazzi coinvolti nello studio ha dichiarato di aver giocato almeno una volta nella vita e tutti hanno dichiarato di giocare per vincere. Di questi, l’80 per cento è di sesso maschile e il 20 per cento è di sesso femminile. Il fenomeno è più palesato nelle scuole superiori, infatti il 72 per cento dei ragazzi che ha dichiarato di aver giocato almeno una volta frequenta la scuola superiore, mentre il restante 28 per cento frequenta la scuola media. A cosa giocano i ragazzi? In pole position ci sono il fantacalcio ( gioco ideato all’interno del gruppo dei pari in cui in palio ci sono dei soldi); le scommesse sportive e i gratta e vinci ( gioco legale e vietato ai minori di 18 anni). Nessuno ha dichiarato di giocare on line o di giocare alle slot machine. Il 68 per cento dei ragazzi ha dichiarato di preferire il gioco del fantacalcio e delle scommesse sportive, mentre le ragazze preferiscono il gratta e vinci, 32 per cento. In generale risulta che il 40 per cento dei ragazzi coinvolti nello studio gioca con una certa regolarità. Concludendo, il fenomeno è preoccupante in quanto il gioco non è considerato un comportamento che può portare alla dipendenza. I ragazzi, infatti, dichiarano di non sapere che gratta e vinci e scommesse sono vietati ai minori dei 18 anni, in quanto possono accedervi in maniera indisturbata.