Intervista immaginaria ai vertici dell’ADM

    ADM. Approda in Gazzetta Ufficiale il decreto sulla rideterminazione delle qualifiche dirigenziali dei Monopoli

     

    (Jamma) – Questa settimana Jamma ha realizzato un sensazionale scoop giornalistico, infatti con “La settimana di Jamma” è in grado di proporre in esclusiva per i suoi utenti l’intervista immaginaria ai vertici dell’ADM.
    La redazione si è assunto l’onere di “costruire” un’intervista in base alle domande che molti di noi vorremmo porre ai valenti Dirigenti di ADM. L’occasione è stata l’audizione alla commissione finanza della Camera dei deputati riservata agli attuali vertici di ADM.


    Domande e risposte sono esclusivamente un prodotto intellettuale di Jamma.

    Perché i contenuti dell’audizione sono stati così scolastici?
    L’audizione è un dovere istituzionale a cui il Dirigente di Stato deve sottostare con regole chiare, la prima è quella di esprimere argomenti politicamente corretti, Il Dirigente che affermasse quello che veramente pensa si troverebbe in difficoltà per tutta la sua vita futura.
    Ora Liberamente ed al di fuori degli obblighi istituzionali, Voi che ritenete lo Stato abbia gestito e stia gestendo al meglio il mercato del gioco?
    NO. A partire dal decreto Abruzzo del 2009 lo Stato ha deciso di affidare a terzi in outsourcing la regolazione del mercato. E questa è la causa principale del medio evo in cui è piombato il mercato.
    Quindi come si può risollevare il mercato?
    Il rinascimento avrà inizio solo quando lo Stato tornerà autonomo nella regolamentazione del mercato, e quindi avrà estromesso dalle istituzioni tutti le lobbies che per molto tempo hanno operato indisturbate condizionando il mercato. Insomma buttare i mercanti fuori dal tempio.

    Quali sono gli strumenti necessari per buttare i mercanti fuori dal tempio delle regole?
    Gli strumenti sono due, il primo è quello di disporre di totale autonomia rispetto alle volontà politiche del momento. Il secondo è quello di avere la forza e le risorse economiche per un deciso ricambio professionale dell’attuale struttura operativa ex AAMS, struttura che è stata troppo coinvolta nel medio evo e che ora è priva dell’autostima necessaria per emanciparsi dalle lobbies consulentistiche che nel passato gli dettavano il compito.

     

    Entriamo nello specifico, e parliamo del risultato dei controlli effettuati sul territorio dall’ADM?
    I risultati dei controlli sono stati disarmanti e confermano il medio evo del mercato. Nel primo quadrimestre sono stati controllati 6.752 esercizi, ovvero circa 1 ventesimo dell’intera rete. Risultato: nel 2% (133) sono stati riscontrate violazioni penali e nel 9% (593) sono state riscontrate violazioni amministrative. Quindi proiettando i dati sull’intera rete è possibile ipotizzare che in 3.000 punti vendita l’offerta non sia regolare, e che 12.000 esercenti si trovano in difficoltà a rispettare il groviglio di regole amministrative di cui si fa vanto il sistema.
    Trattiamo ora il tema dell’antagonismo mediatico al gioco?
    L’antagonismo al gioco è alimentato da ciò che si vede quotidianamente sulle strade, e non da fatti numerici.
    I numeri del mercato sono usati solo a fini sensazionalistici e quindi lasciano il tempo che trovano, diverso invece è la risposta individuale di ognuno di noi si forma quotidianamente rispetto a ciò che osserva.
    È un fatto incontestabile che oggi sono più di 120.000 locali (ovvero 1 locale ogni 420 abitanti) che offrono il gioco con le AWP in evidenza.
    È altrettanto incontestabile che nell’anno passato sono stati venduti più di 2,2 miliardi di biglietti di G&V, ovvero circa 40 biglietti l’anno per abitante.
    Infine è incontestabile che il G&V mette in mostra ed vendita biglietti da 20 euro, valore questo che in questo momento di crisi è equivalente della spesa giornaliera di una famiglia.
    L’Italiano medio entra almeno una volta al giorno in uno di questi 120.000 punti sicuramente vede comprare o compra un biglietto di G&V ed osserva una o due persone davanti ad un AWP, quindi in base a questo si forma la sua personale opinione.
    Oltre tutto osservano i cestini del locale pieni di biglietti G&V perdenti, si formano l’idea del G&V come strumento di stupida ingordigia e futilità.
    Questa quotidianità con il gioco rende l’italiano particolarmente sensibile e quindi facile preda dell’antagonismo al gioco. Da ciò nascono forme razziste quali quelle di di distinguere sul territorio i bar che offrono il gioco da quelli che invece di definiscono NOSLOT.
    Si inizia con i locali e poi si arriva ai frequentatori, è facile dividere i buoni dai cattivi.

    Allora proseguiamo ad affrontare l’argomento, come si giustifica un numero così elevato di esercizi commerciali che offrono Newslot?
    Quando si tratta della vendita al dettaglio del gioco si parla di soldi, e quindi nel caso delle Newslot il mercato dipende dall’affarismo degli esercenti e dei produttori di apparecchi. Sotto questa ottica l’ultima normativa del contingentamento degli apparecchi è stato il capolavoro dei mercanti e degli affaristi.
    Questa normativa ha concesso alle tabaccherie con meno di 10 metri quadrati di installare nei loro minilocali fino a due apparecchi; ed ai produttori di vendere più apparecchi grazie all’aumento del numero di Newslot per tipologia di attività commerciale.
    Risultato : il parco installato delle Newslot è aumentato di circa 40.000 unità, più del 12% rispetto a quello precedentemente installato, inoltre il numero dei Punti Newslot è aumentato di circa 10.000 unità, più 10% in pochi mesi.

    Quindi chi sono i vincitori e vinti dell’attuale contingentamento?
    Sul piano della soddisfazione economica: hanno vinto i produttori che hanno venduto i 40.000 apparecchi, ed i piccoli tabaccai che hanno avuto un prodotto in più da vendere.
    I vinti sono i gestori che sono stati costretti ad acquistare ulteriori macchine Newslot per coprire i buchi che si sono aperti, rispetto al numero massimo di apparecchi installabili, negli esercizi loro clienti.
    Ma il perdente vero è stato il mercato del gioco che ormai è sempre più percepito negativamente.

    Perché il G&V alimenta la polemica degli antagonisti?
    Il G&V è vissuto dalla gente come un prodotto arrogante ed opaco, che può permettersi di vivere e crescere sopra le regole.
    Tra l’altro il G&V è tanto arrogante che è l’unico prodotto che non è stato toccato minimamente dal decreto Balduzzi.

    A proposito del decreto Balduzzi, che ne pensate delle regole di trasparenza sul gioco?
    Le nuove regole imposte dal decreto sono costate al sistema centinaia di migliaia di euro. Grande spesa per predisporre ed appendere cartelli ed avvisi. Ovviamente il G&V, il prodotto che più necessita di trasparenza, non è stato toccato, se vuoi sapere qualcosa di più sul G&V devi diventare un internauta ed andare a cercarti l’informazioni sui siti indicati sul retro del biglietto.

    Come si può rendere trasparente il G&V?
    Il biglietto di una lotteria G&V è quanto di più statico si possa immaginare.
    Quindi è sufficiente stampare sul fronte del biglietto i dati di targa della lotteria, ovvero stampare due righe aggiuntive:
    la prima del tipo “La probabilità di vincita di questo gioco è 1 ogni N biglietti venduti”,
    la seconda “Questo gioco restituisce in premi l’XX,X% del venduto”.
    Oltre questo è necessario, per evitare una pubblicità ingannevole, indicare il numero di biglietti che contengono il premio massimo previsto dalla specifica lotteria, quindi scrivere, come è d’uso per le offerte numericamente limitate allo stock esistente, una semplice avvertenza che tutti i premi indicati sul retro del biglietto sono in gioco sino all’esaurimento delle scorte, quindi non è detto che l’offerta sia ancora valida al momento dell’acquisto.
    Le tre righe indicate, dovrebbero essere riportate per ogni singolo prodotto anche sulle locandine che pubblicizzano l’intera offerta di lotterie.
    Procedendo in questo modo, che tra l’altro non presenta costi aggiuntivi per il Concessionario, il G&V diventa il prodotto più trasparente del mercato, è gli antagonisti disporrebbero di una arma in meno per attaccare il sistema.

    Possibile che il tema Newslot3 a distanza di due anni dal decreto che le metteva in campo non è stato ancora risolto?
    Le Newslot3 nascono da interessi mercantili ed affaristici e non da una necessità reale.
    Tra l’altro le nuove specifiche Newslot3 sono diventate preda di diversi consulenti lobbisti, consulenti che sono in grado di esercitare pressioni sia sulla struttura ex AAMS sia su quella di SOGEI. Però la sicurezza è un’altra cosa.

    Allora che ne pensate del tema sicurezza?
    Il tema sicurezza nel mondo del gioco è affrontato in modo atipico, solo nel mondo del gioco esistono apparati sicuri ed apparati più sicuri. Per comprendere la “sottile” differenza è necessaria una laurea in filosofia, oppure un grossa pratica mercantile.
    In realtà in questo mondo, dove tutto è affaristico, si potrebbe intendere il concetto sicurezza come giustificazione al mercato per far buttare via gli apparecchi solo sicuri e sostituirli, ovviamente comprandoli, con i nuovi apparecchi più sicuri.
    Gli attuali apparati sono sicuri nella misura in cui le norme in base alle quali sono stati costruiti garantiscano i necessari criteri di sicurezza.
    Oggi per definizione un apparecchio è sicuro quando è omologato da uno degli enti omologatori indicati da AAMS. Quindi gli attuali apparecchi sono sicuri e basta, non esistono aggettivi da aggiungere al sostantivo sicurezza.
    A proposito di sicurezza è sufficiente riflettere su quanto è accaduto sul mondo VLT, prodotto che è stato introdotto in quanto “totalmente” sicuro. Saremo curiosi di sapere cosa ne pensano quelle centinaia di giocatori che si sono visti donare vincite astronomiche che poi successivamente non gli sono state pagate dal Concessionario che gestiva i “generosi” apparecchi.
    Sul tema sicurezza la risposta non è stata esaustiva?
    Non è la risposta che non è esaustiva, è la domanda che è mal posta. Non si può parlare di sicurezza di un sistema partendo dal basso ovvero dalle Newslot, ma deve essere affrontato dall’alto, ovvero partendo dagli obiettivi del sistema che si desidera mettere in campo.

    Allora come si deve procedere?
    Per disegnare un sistema sicuro, ed anche efficiente, è necessario definire i requisiti funzionali del sistema stesso. Proviamo a definirli insieme:
    1) controllare l’età del giocatore ed il tempo di gioco continuativo del giocatore su un apparecchio,
    2) controllare l’ubicazione fisica degli apparecchi,
    3) impostare un modello impositivo nuovo, basato sull’apparecchio e non solo sul COIN IN,
    4) impedire attraverso il nuovo sistema impositivo la proliferazione degli apparecchi e quindi dei punti vendita.
    Sulla base di questi requisiti elementari è facile disegnare il sistema sicuro ed efficiente, intervenendo sull’HW e SW delle apparecchiature, sul modello di rete telematica di controllo, sul sistema impositivo e quindi sul contingentamento.
    Tutto quello che è estraneo ad un sistema tendente alla sicurezza è solo affarismo.

    Ultimo argomento, ma non ultime in termini d’importanza è quello relativo alle entrate erariali che continuano a diminuire, che ne pensate?
    Il tema delle entrate erariali è articolato.
    Sul piano impositivo, a volte, lo Stato può percorrere la strada dell’una tantum, ovvero l’imposta che dovrebbe essere pagata negli anni successivi viene anticipata in un solo momento, da cui lo Stato incassa subito cosciente di perdere gettito negli anni successivi, questo è quanto accaduto con il decreto Abruzzo dove lo Stato ha scelto la politica di incassare subito 1,5 miliardi di euro attraverso la vendita delle licenze VLT e G&V, per invogliare all’acquisto di licenze di VLT, lo Stato ha offerto ai potenziali acquirenti un carico impositivo molto basso nella fase di esercizio.
    Nel gioco le entrate erariali ricorrenti dipendono molto dall’offerta di giochi in vigore.
    Quando lo Stato decide di trasformare od aggiornare l’offerta prima di decidere dovrebbe valutare l’impatto delle novità sui flussi d’imposta prodotti negli anni successivi. Per il decreto Abruzzo questa valutazione non è stata effettuta, quindi questo specifico aspetto è molto delicato perché riguarda le competenze specifiche delle risorse di AAMS a quei tempi. I responsabili di AAMS di quei tempi non sono stato in grado di valutare le implicazioni in termini di entrate erariali dell’introduzione di nuovi prodotti di gioco e la modifica dei prodotti già sul mercato.
    Il combinato disposto dell’utilizzo di questi strumenti è sotto gli occhi di tutti, è sufficiente riflettere che a partire dall’anno 2012 le entrate erariali sono state sempre inferiori a quelle dell’anno precedente.

    Scusate l’impudenza, ma sarete Voi a condurre il processo rinascimentale del mercato del gioco, oppure qualcuno vi scipperà il giocattolo REGOLATORE?
    Sul piano normativo attuale dovremmo essere noi ad accollarci questa responsabilità, ma è anche vero che i piani normativi non sono scritti sui muri, e quindi cambiarli è un fatto di nuove poche righe che vengono a sostituire le precedenti. Quindi ………………………………………………..
    A questo punto l’intervistatore ringrazia gli intervistati e si prefigge di incontrali di nuovo per trattare il tema più pericoloso del momento che è quello del Poker cash, e altri argomenti. Ovviamente sarà una nuova e successiva intervista immaginaria.