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Francia, domani ultimo giorno per i club di giochi parigini: il Governo si impegna a pagare il 60% degli stipendi

I club di giochi di Parigi chiuderanno le porte il 31 dicembre 2024, a causa dell’assenza di un quadro legislativo dopo la censura del governo Barnier e la successiva caduta del governo. La misura mette a rischio fino a 1.500 posti di lavoro, ma i dipendenti potranno beneficiare del regime di attività parziale, con l’intervento dello Stato che coprirà il 60% degli stipendi.

I sette club parigini, attivi in via sperimentale dal 2018, dovevano continuare a operare fino al 2025 grazie a una proroga inserita nel progetto di legge finanziaria. Tuttavia, il governo non ha potuto procedere dopo la censura subita all’inizio di dicembre. In risposta alla situazione, il Ministero del Lavoro ha approvato la richiesta di attività parziale per i dipendenti, consentendo la sospensione dei contratti con una garanzia del 60% degli stipendi coperti dallo Stato.

Secondo una fonte vicina al settore dei casinò, si sta lavorando per inserire il tema in un prossimo “veicolo legislativo”, con l’obiettivo di riaprire i club il più rapidamente possibile.

La storia dei club parigini

Dal 1920, i casinò sono vietati entro un raggio di 100 km da Parigi, con l’eccezione di Enghien-les-Bains. Per superare questa restrizione, nel 2018 è stato avviato un progetto sperimentale che ha permesso l’apertura di sette club di giochi nella capitale. Questi club generano circa 50 milioni di euro all’anno per le casse pubbliche, ripartiti tra 40 milioni per lo Stato e 10 milioni per il Comune di Parigi.

L’esperimento, inizialmente previsto fino al 2020, è stato prorogato fino al 2022 e successivamente fino al 2024. La proposta di estendere ulteriormente il progetto fino al 2025 è stata bloccata dalla censura del governo.

I club di giochi, tra cui quello del gruppo Barrière situato sugli Champs-Élysées, si preparano alla chiusura definitiva il 31 dicembre. Tuttavia, per mitigare l’impatto, il gruppo ha ottenuto il permesso di organizzare eventi speciali di Capodanno in alcuni club fino al mattino seguente.

Nonostante l’interruzione dell’attività, il settore guarda con speranza al futuro. La riapertura dei club dipenderà da nuovi sviluppi legislativi che possano ripristinare il quadro normativo necessario.

Oltre all’impatto occupazionale, la chiusura rappresenta una perdita significativa per le entrate pubbliche, considerando i 50 milioni di euro generati ogni anno dai club. La situazione evidenzia l’importanza di un quadro legislativo stabile per garantire la continuità di un settore che, oltre a intrattenere, contribuisce in modo sostanziale all’economia locale e nazionale.

Redazione Jamma
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