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Tropiano e Di Felice (GS24) sul mercato italiano dei giochi: “A chi interessa la salvaguardia del settore?”

In questi giorni destano preoccupazione gli aumenti di prelievo sul gioco fisico e online del nostro settore e ci chiediamo davvero stupiti cosa spinga le legislature di questi anni  a voler distruggere un settore che aveva raggiunto un equilibrio abbastanza performante nonostante le piccole criticità”, è quanto osservano Paolo Tropiano e Domenico Di Felice, Responsabili commerciali di GS24, azienda che opera nel comparto dei giochi in Italia

Ricordiamo, alla luce della nostra quasi ventennale esperienza sul campo, i duri tempi delle battaglie sulle discriminazioni nel settore concessorio e la limitazione tecnica/convenienza che spingeva l’utente a cercare piattaforme non autorizzate.

Nell’anno 2015, di colpo, si aprivano scenari inimmaginabili per tutti: sanatorie, cambio di tassazione sul margine, upgrade tecnologico e ampliamento mercati giocabili. Elementi che spingevano gli operatori e i piccoli esercenti a vedere nel mercato italiano una possibilità e una convenienza che rendeva appetibile, per i più, il sistema gioco legale. Numerosi benefici per le casse statali arrivarono quasi subito con l’aumento del gettito fiscale cresciuto in maniera esponenziale, facendo quasi sparire il gioco sui cosiddetti  .com e dando possibilità a persone ambiziose e innamorate del nostro lavoro di curare un canale di raccolta del concessionario ben distinto”, prosegue l’analisi dei due imprenditori.

Cosa sta succedendo in questi anni? La storia dovrebbe essere da monito per i nostri politici per continuare a rendere il mercato italiano, nonostante piccoli problemi, tra i più belli e performanti d’Europa.

Invece siamo partiti con le prime leggi su distanze dai luoghi sensibili, aumenti continui di tasse, leggi assurde come limiti di ricarica, impostazioni su un nuovo bando concessioni online a dir poco maldestre (qui saremmo troppo poco obiettivi nel giudizio, col nuovo bando davvero insensato il marchio per cui abbiamo lavorato sodo sparirà e ci piegheremo alle grosse aziende, strappando la miglior offerta per noi e i nostri numerosi partner e clienti ma per ora andiamo avanti…) , quasi a voler cancellare il piccolo tessuto imprenditoriale nostrano. Sinceramente, da un governo di centro-destra mai ce lo saremmo aspettati.

Iscrizione ad albi e battaglie contro la pubblicità, oggi, fanno pensare un po’ a tutti, dal piccolo medio concessionario al singolo gestore, che sia un PVR, un corner o negozio: MA CHI ME LO FA FARE?

Le previsioni, non lo diciamo noi ma diversi autorevoli studi, saranno disastrose: ci sarà un calo di gettito fiscale abbastanza importante.

Oggi il sito di gioco illegale illegale non lavora più stampando biglietti e tagliandi, cosa che permetteva alle forze dell’ordine di scovare l’illecito, ma lavora sui device personali rendendo quasi impossibile scoprire chi sta utilizzando questi siti. Diciamo “quasi” perché servirebbero mandati di perquisizione sui cellulari di migliaia di persone e con un bisogno di risorse economiche pubbliche inimmaginabili. Praticamente un disastro.

Sarebbe opportuno che chi legifera ascoltasse un po’, ma probabilmente lo dovrebbe fare per tutti i settori economici nazionali, chi la mattina alza una serranda, ci mette la faccia e ha accumulato esperienza  per poter evitare di distruggere il bel sistema creato in questi anni”, concludono Paolo Tropiano e Domenico Di Felice.

Redazione Jamma
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