La Kansspelcommissie belga ha organizzato una workshop con diversi stakeholder per discutere i rischi e le possibili regolamentazioni relative agli acquisti di “Paid Random Items” (es. loot boxes nei videogiochi). Di seguito le principali tematiche trattate:
Contesto
- Dal 2018, la Kansspelcommissie considera le loot boxes come forme di gioco d’azzardo, rientranti nella legge sui giochi del 1999.
- Nonostante il divieto, la difficoltà di applicazione e il dibattito sull’equità del divieto hanno spinto verso una regolamentazione più mirata.
- Anche la Commissione Europea e il Parlamento Europeo hanno mostrato interesse, aggiornando linee guida e richiedendo un approfondimento sul tema.
Principali Rischi
- Accessibilità permanente: Transazioni online sempre disponibili, senza limiti fisici.
- Pubblico giovane: Bambini e giovani adulti sono più vulnerabili.
- Meccaniche addictive: Frequenza elevata, premi alternati e design accattivante stimolano impulsi di acquisto.
- Mancanza di trasparenza: Informazioni incomplete o ingannevoli sui premi e probabilità .
- Conseguenze finanziarie: Rischi di spese eccessive, inclusi i minori.
Misure Raccomandate
- Regolamentazione stratificata:
- Livello nazionale: Definire quali pratiche ricadano sotto le normative sul gioco d’azzardo.
- Livello europeo: Applicare leggi sui consumatori per proteggere i giocatori (es. trasparenza, limitazioni).
- Autorregolamentazione: Standard specifici adattati dal settore, come PEGI.
- Protezione dei giocatori:
- Introduzione di limiti di spesa e tempo.
- Maggiore trasparenza su probabilità e costi.
- Metodi più efficaci per il controllo dell’età .
- Offrire alternative agli acquisti casuali (es. ricompense basate sul tempo di gioco).
Coinvolgimento del Settore
- L’industria dei videogiochi ha già adottato strumenti come PEGI per classificazione, trasparenza e supervisione.
- Sono promossi strumenti di controllo parentale per limitare spese e accessi.
Un divieto generale non è praticabile; occorrono invece misure integrate. La combinazione di normative nazionali, leggi europee e autorregolamentazione può bilanciare innovazione e protezione dei consumatori.