(Jamma) “La ragion d’essere della presenza dello Stato, sia nel comparto dei giochi che dei tabacchi, si caratterizza nell’assicurare entrate erariali a un livello compatibile con la tutela degli altri interessi pubblici rilevanti: la tutela dei consumatori, in particolare dei minori, delle fasce deboli e il contrasto all’illegalità” E’ quanto precisato nel documento consegnato oggi alla Camera dal Direttore dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli Giuseppe Peleggi in sede di audizione.
“Non meno rilevante è il ruolo volto a favorire lo sviluppo di attività economiche, di produzione e distribuzione, che sono ormai significative in termini di creazione di ricchezza e di occupazione. La riserva statale sull’organizzazione dei giochi, prima ancora che nella raccolta di risorse finanziarie aggiuntive rispetto alle ordinarie entrate tributarie ed extratributarie, trova il suo fondamento nell‟esigenza di tutelare l‟ordine e la sicurezza pubblica, di contrastare il crimine organizzato, di proteggere la pubblica fede contro il rischio di frodi e di salvaguardare i minori di età e i soggetti più deboli da una diffusione del gioco incontrollata, indiscriminata e senza regole.Negli ultimi anni il mercato dei giochi ha avuto un notevole sviluppo sia a livello internazionale sia in ambito nazionale, dovuto al potenziamento degli investimenti e dell’offerta da parte degli operatori del settore, specie attraverso la rete internet ed il sempre maggiore interesse manifestato dai consumatori per questa forma di intrattenimento.In tale panorama, lo Stato italiano ha inteso assumere un ruolo determinante, ritenendo di dover preliminarmente canalizzare le varie forme di gioco e scommessa in circuiti improntati ai principi della trasparenza, della tutela del consumatore e, più in generale, della legalità”.
“L’attività dell’Agenzia, finalizzata al perseguimento del gioco legale, si pone come una delle principali ragioni che hanno contribuito all’incremento del mercato legale dei giochi, consentendo, unitamente alle forze di polizia, in particolare alla Guardia di Finanza, un consistente recupero di base imponibile fino a quel momento “nera”, che si è manifestata come “emersione” di attività prima esercitate principalmente da organizzazioni criminali e un sensibile aumento del gettito fiscale- si legge ancora.
Il comparto del gioco pubblico ‘legale’ è un fenomeno di evidente rilevanza sociale ed economica, con importanti impatti sull’occupazione, sull’innovazione delle reti e tecnologica che il settore richiede ed assicura, sulla partecipazione alla ricchezza ed al valore aggiunto creato in Italia, nonché sulla stessa capacità di competere sui mercati internazionali.
La ‘filiera’ del gioco legale comprende oggi aziende attive sia nel comparto manifatturiero che nei servizi all’utente finale. Ne fanno parte costruttori di apparecchi e di componenti elettronici, imprese che si occupano di commercio all’ingrosso di macchinari, noleggiatori e gestori di attrezzature per l‟intrattenimento, ricevitorie, sale bingo, pubblici esercizi, etc. Rilevante è dunque il livello occupazionale del settore.
L’industria del gioco è stata una delle poche a non perdere addetti nel biennio 2011/2012 e ad impiegare giovani laureati, trattandosi di un settore a forte innovazione e tecnologicamente avanzato.
L’industria dei giochi
– Attualmente si stima che le aziende operanti nel settore dei giochi siano oltre 150.000, comprendendo anche coloro che esercitano le attività di gioco in forma complementare rispetto all‟attività principale (come avviene per i pubblici esercizi, le tabaccherie, ecc.), con un livello occupazionale di circa 200.000 unità di cui 20.000 i soggetti direttamente impiegati nel settore del gioco.
Sul territorio dello Stato sono operanti circa 380.000 new slot e 50.000 Vlt.
Il mercato dei giochi legali ha registrato una sostanziale evoluzione soprattutto nell’ultimo quinquennio (2009 – 2013). In particolare, l’impegno dell’Amministrazione per introdurre nel mercato dei giochi elevati standard e requisiti di sicurezza, controllo e trasparenza di gestione, che hanno fatto del modello italiano un punto di riferimento a cui si guarda in Europa, ha consentito di far emergere una buona parte della componente illegale o irregolare presente nel mercato. L’incremento del mercato del gioco legale, sulla base di una politica di espansione controllata dallo Stato nel periodo considerato, è la principale ragione che ha contribuito sia al recupero di una consistente base imponibile fino a quel momento sommersa, determinando un sensibile aumento del gettito fiscale, sia a tutelare la rete ufficiale di gioco dei concessionari, controllata dallo Stato, al fine di evitare la diffusione indiscriminata e senza regole del gioco clandestino, anche gestito dalla criminalità organizzata (come era prima della legalizzazione delle scommesse e degli apparecchi da intrattenimento).
In concreto, l’espansione del gioco legale realizzata negli ultimi anni ha dunque consentito di ridurre considerevolmente l‟area del gioco illegale.
Considerando il comparto a maggior rischio di illegalità, quello degli apparecchi da divertimento, nella “Relazione sulle infiltrazioni mafiose del gioco lecito e illecito” approvata il 20 luglio 2011 dalla Commissione Parlamentare “antimafia”, veniva affermato che, nell’anno 2006, la raccolta effettiva derivante dai predetti apparecchi “ammonterebbe a 43,5 miliardi di euro”, a fronte di una raccolta ufficiale che, in tale anno, era pari a 15,4 miliardi di euro.
Posto che la raccolta per il 2012 degli apparecchi in questione è stata pari a circa 50 miliardidi euro, è da ritenere che la maggior parte della raccolta illegale stimata per il 2006 sia stata gradualmente assorbita dalla rete ufficiale, la quale non solo garantisce gettito erariale ma, soprattutto, presenta il vantaggio di incanalare la gestione del gioco in un circuito controllato che consente di tutelare i minori ed i soggetti più deboli e di prevenire il rischio di infiltrazioni della criminalità, anche organizzata.
Tali conclusioni sembrerebbero confortate da una ulteriore analisi. Attualmente, il numero degli apparecchi AWP regolarmente autorizzati ammonta a circa 380.000. La Commissione Parlamentare “antimafia”, nella relazione approvata nella seduta del 17 novembre 2010, stimava, con riferimento all‟anno 2006, che a fronte di 200.000 apparecchi AWP allora regolarmente collegati, vi erano “almeno altrettanti apparecchi illegali”. Considerato che attualmente, come già ricordato, gli apparecchi legali sono circa 380.000, se ne deduce che la maggior parte degli apparecchi che la stima per il 2006 considerava illegali dovrebbero essere confluiti nel circuito ufficiale, soprattutto ove si consideri che oggi sono presenti sul mercato 50.000 apparecchi Vlt”.