“Voglio cogliere l’occasione, stasera, anche per ringraziare l’intera Commissione bicamerale sulle ecomafie, il presidente Morrone, il mio capogruppo di Fratelli d’Italia e la senatrice Petrucci, perché immediatamente, all’indomani dell’istituzione della Commissione, è stata accolta la mia proposta di aprire tre filoni di indagine che riguardassero le ecomafie, in particolare le corse clandestine dei cavalli, i combattimenti fra cani e il traffico illecito di animali d’affezione, in particolare di cuccioli provenienti dall’Est Europa. A tal riguardo, devo assolutamente ringraziare la Commissione, perché si è mobilitata per aprire questo filone d’inchiesta. Immediatamente, ci siamo recati in Sicilia, dove purtroppo questo fenomeno è radicato, e abbiamo aperto un’indagine sulle corse clandestine, che oggi trova maturazione nelle modifiche degli articoli 544-ter, 544-quater, 544-quinquies e 260 del codice penale, dando una risposta forte a pratiche assolutamente illegali e ancora fortemente diffuse”.
E’ quanto affermato ieri dalla deputata FdI, Eliana Longi, intervenendo in Aula alla Camera nell’ambito delle dichiarazioni di voto sulla proposta di legge relativa a “Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni, per l’integrazione e l’armonizzazione della disciplina in materia di reati contro gli animali” (A.C. 30-A Brambilla e proposte di legge abbinate).
“Probabilmente, la maggior parte dei colleghi oggi presenti in Aula sottovaluta il fenomeno delle corse clandestine, perché, da Roma in su, questo fenomeno è praticamente sconosciuto, mentre, purtroppo, rappresenta una piaga per il Sud Italia, in particolar modo per la Sicilia, ed è radicato nelle province di Catania e Messina. Questo fenomeno – ha aggiunto Longi – non riguarda solo la violenza perpetrata nei confronti degli animali, ma è un fenomeno connesso al tessuto ancora mafioso che impernia i nostri territori. Ci tengo a raccontarvi brevemente che cos’è una corsa clandestina di cavalli. Queste corse si tengono prevalentemente la domenica mattina, quasi settimanalmente o con cadenza bisettimanale. I cosiddetti “picciotti”, con grossi automezzi e veicoli, bloccano strade conosciute a tutti, quasi in centro città, per renderle delle piste. Questi “picciotti”, nei giorni precedenti, girano per i quartieri “bancando”, ossia raccogliendo tutti i soldi che poi verranno scommessi durante quella giornata. Di solito sono due i cavalli che si sfidano in rappresentanza delle cosche mafiose del territorio, le famiglie dei mandamenti siciliani e soprattutto dei mandamenti catanesi, perché le corse clandestine dei cavalli in Sicilia rappresentano ancora il predominio sul territorio, la sfida allo Stato, la sfida alle istituzioni, non è semplicemente una competizione “sportiva”, ma è una sfida nei confronti dello Stato. Infatti, queste corse
rappresentano un ingente giro di denaro sporco, perché, per ogni corsa clandestina, ogni domenica, si raccolgono svariate centinaia di migliaia di euro; a volte, nella cosiddetta
grand prix, si riesce ad arrivare a un giro d’affari di circa un milione di euro, perché ci
sono poi le famiglie che scommettono i soldi l’una contro l’altra, in base all’appartenenza delle loro scuderie. Poi cosa accade? Di prima mattina questi cavalli, con il loro sulky e i loro conduttori, si recano presso queste strade e decine di motorini formano una U e corrono dietro questi cavalli, suonando i clacson; sono tutti minorenni e, a volte, sparano con le pistole in aria. Tutto ciò viene filmato e poi diffuso sui social in maniera spregiudicata. Finalmente, oggi, grazie alle modifiche che stiamo apportando al codice penale, questi fenomeni troveranno una risposta forte. Abbiamo inasprito le pene e, soprattutto, vi do qualche numero per farvi capire: negli ultimi vent’anni sono stati 1.400 i cavalli sequestrati, 4.200 le persone denunciate e solo 434 sono state arrestate. Spero che, da oggi in poi, il numero degli arresti e delle pene inflitte cresceranno ancora di più, per dare una risposta seria e far capire a queste persone che lo Stato c’è, lo Stato esiste e non si girerà mai più dall’altro lato, continuando a consentire queste pratiche veramente arcaiche. Non sto qui a denunciare quello che già i colleghi che mi hanno preceduto hanno fatto magistralmente sull’articolato generale della legge. Pertanto, colleghi, io vorrei esortare le opposizioni – che hanno tanto criticato e si sono lamentate dello svilimento del testo – a continuare a collaborare per perfezionare o per introdurre ancora delle nuove norme a tutela degli animali, perché, se è vero che tutti ci stiamo sbracciando per difendere gli animali, oggi, da quello che mi sembra di capire, questa proposta di legge non verrà votata all’unanimità. Quindi io esorto le opposizioni a continuare a lavorare assieme e a porre in essere, finalmente, delle azioni concrete per dare veramente risposta alle parole che ho sentito oggi in quest’Aula. Volevo appropriarmi di una frase di Gandhi che dice: “La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali”. Io penso che oggi noi stiamo facendo un importantissimo passo in avanti e pertanto dichiaro con orgoglio il voto favorevole di Fratelli d’Italia”, ha concluso Longi.