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Gatti: “Ridurre l’offerta delle slot non risolve il problema, no a sostituzione apparecchi senza garanzie”

L’avvio della discussione sulla Legge di Bilancio per il prossimo anno rappresenta, in qualche modo, anche il momento per cominciare a trattare il bilancio sul comparto del gioco in Italia. Con l’ingegner Francesco Gatti, imprenditore e operatore del gaming, facciamo il punto della situazione.

Come sta andando il settore dell’apparecchio da intrattenimento a vincita in Italia?

Le recenti pubblicazioni dei rati relativi alla raccolta con apparecchi AWP e VLT segnalano la grande flessione del segmento automatico a vincita.

La riduzione sostanziale dell’aggio allo Stato, nonostante una tassazione eccessiva e discriminante, rappresenta l’immagine nitida di un settore che va verso un declino sostanziale.

Si parla di un riordino dell’offerta ‘terrestre’, cosa teme di più?

Ritengo impensabile affrontare un cambio del parco macchine senza garanzie e certezze del mantenimento dei limiti minimi di distribuzione e di appetibilità del prodotto.

La riduzione ulteriore a 200mila macchine non solo si rivelerà ulteriormente penalizzante per le imprese e le casse dello Stato ma non sposta di nulla il problema complessivo.

Eppure, e le recenti polemiche sugli organi di stampa lo confermano, le slot sono sempre piùà temute

Non siamo più noi l’elemento da combattere. Il gioco automatico è stato ridimensionato in tutte le sue componenti: distributive, commerciali e contributive.

È arrivato il momento di dire con forza che non possiamo più essere noi a generare il problema – se esiste questo problema così grande – della ludopatia.

Il volano ora è rappresentato da altre forme di gioco a vincita che in questi anni hanno goduto dell’ombrello di visibilità e di attenzione che il gioco automatico suo malgrado ha attirato su di se.

A cosa si riferisce esattamente?

Oggi le cose sono cambiate radicalmente e l’attenzione della politica deve spostarsi verso le altre offerte di prodotto in quanto il settore non ha più il ruolo centrale nella diffusione della ludopatia che gli era stato assegnato senza alcun riscontro oggettivo ma solo in virtù di ipotetiche e, a questo punto sbagliate, interpretazioni.

Redazione Jamma
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