“Ammettiamolo, l’idea di accedere a siti per adulti con lo SPID (il Sistema Pubblico di Identità Digitale ndr) fa sorridere e disperare al tempo stesso”. Massimiliano Capitanio, Commissario del’AGCOM, commenta così le notizia secondo la quale nel provvedimento dell’AGCOM, emanato per regolamentare l’accesso ai contenuti web per adulti, sarebbe contenuto l’obbligo dello SPID.
“Al di là dello spaesamento iniziale, delle facili battute e delle più surreali ipotesi, ciò che è emerso più di ogni altra cosa è che il tema richiede di essere chiarito e anche con una certa urgenza, quantomeno per tutelare adeguatamente l’operato di tutte le amministrazioni coinvolte e, non secondario, gli utenti e le piattaforme che legittimamente fanno il loro business.
Il Decreto-Legge 15 settembre 2023, n. 123 convertito con modificazioni dalla L. 13 novembre 2023, n. 159, noto ai più come “DL Caivano”, è stato adottato in risposta ai gravissimi fatti di cronaca che si sono verificati ai danni di due minorenni, vittime di abusi. L’articolo 13-bis prevede espressamente che Agcom, sentito il Garante Privacy, emani un provvedimento che indichi “le modalità tecniche e di processo” che i fornitori delle piattaforme di condivisione video a carattere pornografico sono tenuti a adottare per l’accertamento della maggiore età degli utenti“. Misure, queste, valide per tutte le piattaforme di contenuti per adulti operanti in Italia.
Sul versante europeo, il 19 ottobre 2022 è stato adottato il Regolamento (UE) 2022/2065, conosciuto come DSA. Per quanto riguarda specificamente la tutela dei minori all’art. 28 viene richiesto a tutti i fornitori di piattaforme on-line accessibili a quest’ultimi di adottare misure adeguate e proporzionate per garantire un elevato livello di tutela della vita privata, di sicurezza e di protezione dei minori, anzitutto mediante l’attivazione dei meccanismi di verifica dell’età. Il DSA prevede per le piattaforme e i motori di ricerca di dimensioni molto grandi (ossia le VLOPs e VLOSEs) l’obbligo di adottare misure di attenuazione dei rischi sistemici, tra cui anche gli strumenti di verifica dell’età e di controllo parentale.
La stragrande maggioranza delle piattaforme per adulti, ad oggi, non realizza alcun tipo di verifica dell’età, limitandosi piuttosto a ricordare all’utente che entrando sul sito dichiara automaticamente di avere almeno 18 anni.
Quindi? Anzitutto in nessun caso si è imposto a piattaforme e utenti di accedere tramite SPID o CIE.
Si sono piuttosto fissate alcune caratteristiche che i sistemi di age verification devono soddisfare per essere realmente efficaci e salvaguardare la privacy degli utenti. I sistemi di verifica dell’età devono utilizzare il modello del “doppio anonimato”, al fine di garantire il requisito della riservatezza “rafforzata”.
Lo schema adottato da Agcom, trattandosi di una regola tecnica, è stato notificato alla Commissione europea che ha 90 giorni per eventuali rilievi. A quel punto Agcom avvierà un Tavolo tecnico di monitoraggio e analisi delle evoluzioni tecniche, normative e regolamentari”, conclude Capitanio.