Il presidente Cangianelli: “Senza un riordino equilibrato si consolidano spazi di illegalità”
Grandi cambiamenti nelle abitudini di consumo del gioco legale, con crescita esponenziale del gioco online e crisi di quello fisico, in particolare degli apparecchi da intrattenimento. Il tutto all’interno di un quadro normativo ancora disomogeneo e inefficace. È quanto emerge dall’approfondita analisi presentata oggi di un comparto che necessita come non mai di un immediato riordino legislativo.
Colpiscono i trend inversamente proporzionali del gioco online (la cui raccolta è praticamente raddoppiata dall’ultimo anno pre-covid, 36 miliardi nel 2019 e 73 miliardi nel 2022) e del gioco fisico. Dai dati presentati oggi emerge che quest’ultimo ha subito, nello stesso periodo, un netto calo del 16%, passando da 74 a 62 miliardi di raccolta trainato in negativo dalla filiera degli apparecchi da intrattenimento AWP e VLT, che ha visto uscire dal comparto negli ultimi 4 anni circa 9.000 aziende, ma anche quasi 1,2 miliardi di gettito erariale.
“Lo scenario preoccupa non poco. L’evidente sofferenza del gioco fisico, quello gestito nelle sale e nei pubblici esercizi dove si rispettano le regole e si tutelano i consumatori, potrebbe apparire come un successo di chi ha creduto di fare il bene della comunità applicando regole inefficaci, se non addirittura controproducenti, come distanziometri e limitazioni orarie. I numeri dimostrano che non è affatto così. In primis, anche a causa delle chiusure imposte in pandemia, molti giocatori non hanno smesso di giocare ma si sono semplicemente spostati verso i canali online, in un ambiente per sua natura molto più difficile da controllare e più soggetto ad irregolarità ed infiltrazioni illegali. In più, le difficoltà del gioco fisico rischiano di generare un impatto tremendo anche in termini occupazionali, come dimostra la riduzione di aziende e di posti di lavoro nella filiera degli apparecchi. Non serve spiegare che se mancano le aziende cala il gettito erariale. Restando agli apparecchi di intrattenimento, è interessante notare che il contributo alle casse dello Stato resti assolutamente rilevante nonostante le difficoltà: ancora nel 2023 parliamo di oltre 5 miliardi e mezzo, un importo comparabile al gettito dai pagamenti del bollo auto. È giusto rischiare di farne a meno a cuor leggero in nome di una lotta al gioco troppo spesso solo demagogica? I dati confermano che occorre un cambio di passo per intervenire sul quadro normativo con un riordino omogeneo ed equo, eliminando le attuali disparità di tassazione e vincite che generano indebiti vantaggi competitivi di prodotti o canali distributivi su altri”. Così Emmanuele Cangianelli (in foto), Consigliere Delegato FIPE Confcommercio per i giochi pubblici e Presidente Egp-Fipe, a commento dell’indagine “Percorso di Studio sul settore dei giochi in Italia“ condotta dalla CGIA Mestre, presentato oggi a Roma in collaborazione con l’associazione As.Tro.