Giochi fatti per la legge di Stabilità? Non proprio, anche perché fino ad ora la speranza era quella di raggiungere un accordo in Conferenza Unificata, in assenza di tale intesa per il Gioco Pubblico resta il piano B. Ma il piano B è meno ispirato, ancora meno definito e sicuramente rischioso.
Certo è che il ministro Giorgetti chiede insistentemente nuove entrate per il fabbisogno dello Stato e come prassi queste nuove entrate, nelle leggi di Stabilità precedenti, sono spesso arrivate dal settore dei giochi.
Ma come intervenire oggi in una situazione già critica? Senza sicurezze per la distribuzione territoriale, introdurre nuove imposte o maggiorare le aliquote di imposta attuali sulle attività di operatori e giocatori potrebbe sortire l’effetto contrario, ovvero una diminuzione delle entrate per fuga dei giocatori o per impossibilità a continuare l’esercizio da parte degli operatori.
Una delle strade più semplici potrebbe essere quella di procedere con le proroghe e con un canone di proroga maggiorato, ma è un terreno scivoloso, c’è la questione sul canone di proroga del bingo maggiorato nell’ultima legge di Stabilità e i ricorsi degli operatori che hanno trovato, almeno in parte, la condivisione del Giudice europeo.
Quindi restano poche voci importanti su cui si potrebbe intervenire, oltre al solito riscorso a sanatorie che in regime di proroga potrebbero essere inutili (chi è intenzionato a lavorare nell’incertezza continuerà a farlo fino a che la legge di riferimento resta più incerta dell’attività che svolge).
Quindi come intervenire? Sicuramente una delle possibilità, considerando che il gioco online contribuisce con un volume della raccolta importante ma in termini erariali in maniera quasi irrilevante rispetto al gioco in presenza, potrebbe essere l’aumento del prelievo sulle attività dei gioco online.
Si corre il rischio della dispersione dei giocatori nei canali illegali, ma se l’aliquota resta moderata l’aumento di imposta potrebbe essere impercettibile per il giocatore mentre l’introito per lo Stato potrebbe essere rilevante.
Altra questione importante è quella degli apparecchi d’intrattenimento. Specialmente le AWP o Newslot, conoscono un periodo di forte crisi, stanno perdendo mese su mese e necessitano di un intervento urgente.
Una soluzione potrebbe essere, in linea con le disposizioni della Delega fiscale, adeguare il payout a quello dei giochi distribuiti in modalità da remoto o comunque modificare l’aliquota del prelievo per consentire di alzare il payout delle slot fisiche al 70% o al 75%. Meglio ancora se si introduce l’imposta sul cassetto come già avviene per scommesse e slot online.
In questo modo si arresterebbe la flessione, il calo continuo del gettito totale dalle slot fisiche e allo stesso tempo gli operatori sarebbero ben felici, anche se costretti in un certo senso, di sostituire le schede di gioco degli apparecchi. Ciò comporterà un movimento di compravendita, in un mercato in stallo da tempo, quindi un volume di IVA e reddito d’impresa che porterebbe inevitabilmente nuove entrate erariali.