L’Unione Italiana Tabaccai oggi è stata audita presso la VI Commissione Finanze della Camera dei Deputati. All’ordine del giorno l’indagine conoscitiva sulla fiscalità e sul regime concessorio per la vendita al dettaglio dei prodotti del tabacco e dei prodotti da fumo di nuova generazione.
“La situazione delle tabaccherie è in una fase tristemente discendente. Gli ultimi dati dicono che dai 120 milioni di chili di tabacchi venduti, in quindici anni si è scesi a poco più di 61 milioni. Con una conseguente netta diminuzione degli eventuali utili da prodotti diversi dai tabacchi lavorati. Il reddito del tabaccaio è legato prevalentemente sull’aggio dei prodotti lavorati e non, che corrisponde al 10% lordo sul prezzo di vendita. Una percentuale che è fissa dal 1993 mentre è aumentata quella delle accise che sono passate dal 54,78% al 59,80% di base. Sul gioco, invece, è addirittura diminuita: dall’iniziale 10% si è oggi all’8%”, ha detto il direttore Demetrio Cuzzola nel suo intervento.
Di seguito i riferimenti al settore del gioco pubblico contenuti nella memoria rilasciata in seguito all’audizione: “(…) Sulla offerta dei Giochi consentiti in tabaccheria (lotto e lotterie istantanee), anche questi sottoposti ad aggio, l’utile lordo è pari all’8%. Va sottolineato che l’aggio lordo è da considerarsi la primaria entrata di una tabaccheria e non ha adeguamenti all’aumento del costo della vita essendo fermo da oltre trenta anni. Qui si individua la primaria difficoltà gestionale della tabaccheria: sottratte tutte le spese, così come dai conteggi offerti dall’ISTAT, un tabaccaio ha un guadagno netto di 1300 euro al mese. Un dato che ovviamente cambia in base alla zona in cui è ubicata la Rivendita, al numero e alla qualità dei servizi offerti. Ma che resta un importo piuttosto modesto se si pensa al grande impegno che l’attività richiede. In termini economici tale dato fa rientrare l’attività del tabaccaio in quelle ad altissimo rischio di impresa. Cosa che non dovrebbe essere proprio perché diretta emanazione dello Stato con la Concessione data dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
I Giochi in tabaccheria
L’offerta relativa ai Giochi, altra entrata di una tabaccheria, è gestita da Società Private che agiscono in Concessione dello Stato. Per quest’ultimo la stessa Concessione data alle Rivendite costituisce una consolidata rete vendita del cosiddetto “Gioco Fisico” ben distribuito sul territorio.
Nel dettaglio:
Lotto e Super Enalotto sono gestiti da Sisal Lottery SpA, già Sisal SpA;
Giochi numerici a quota fissa (Dieci e Lotto) e lotterie (Gratta e Vinci e Lotteria Italia) sono gestiti dal Gruppo IGT.
Nell’ultimo periodo si sta verificando un “triste fenomeno” messo in atto dai citati Concessionari che vede i Rivenditori sottoposti ad un paventato obbligo di contratti cosiddetti “accessori” rispetto a quello madre che concede l’utilizzo del servizio offerto. Tali contratti extra determinano un ulteriore esborso economico da parte del Rivenditore che si aggira tra € 160,00 ed € 180,00, oltre IVA, mensili.
L’eventuale non accettazione comporta un recesso monolaterale del contratto con notevole perdita di incasso da parte del Rivenditore. Tale “fenomeno”, denunciato, ha trovato una sentenza di condanna nei confronti di Sisal dal Tribunale di Milano che ha individuato l’abuso di posizione dominante da parte del Concessionario perpetrato mediante l’esercizio di diritto di recesso c.d. “ad nutum”.
Analoghe “vessazioni” sono presenti da parte del Gruppo IGT con l’imposizione di obiettivi di vendita che non tengono conto né della posizione geografica del Rivenditore né della pedonabilità della Tabaccheria. Il “ricatto” è il concedere ad altro esercizio (non Rivendita di Generi di Monopolio) i tagliandi “Gratta & Vinci” con ulteriore danno economico.
Si ritiene estremamente delicata e allarmante l’inserimento di “obiettivi di vendita” dei tagliandi “Gratta & Vinci” in quanto tale obbligo da parte dei Rivenditori – con importi spropositati rispetto al normale flusso di vendita – comporta una obbligatoria promozione presso la clientela degli stessi assimilabile “all’istigazione al gioco”. Pratica questa che è in netta violazione del Decreto Legge n. 158 del 13 settembre 2012 che impone, tra l’altro, la limitazione della pubblicità dei giochi con vincite in denaro e di esplicitare il rischio di dipendenza dal gioco. L’assurdo si raggiunge con l’ulteriore imposizione della partecipazione dei Rivenditori a corsi sui rischi derivanti dalla ludopatia.
I pagamenti con POS
Altro punto dolens si riscontra nell’obbligo dell’accettazione dei pagamenti con POS anche per la vendita dei Generi di Monopolio che comporta un ulteriore danno economico alle già ridotte entrate dei Rivenditori considerando le commissioni di transazione applicate che, nella migliore delle ipotesi incide per l’uno percento sull’aggio fisso dell’8%. Da sottolineare che tale esborso non è spalmabile sulle vendite in quanto trattasi di prodotti a costo fisso determinato a monte. Tale obbligatorietà determina un ulteriore imbarazzo per il rivenditore relativamente ai pagamenti del gioco con la drastica riduzione di contante nelle casse della Rivendita. (…)
Le proposte della UIT – Unione Italiana Tabaccai
Alla luce di quanto sinora evidenziato si ritiene urgente ed indispensabile un intervento del Legislatore volto a sopperire carenze e difficoltà economiche oltre che ad approfondire le modalità di gestione delle Concessioni riguardanti i servizi distributivi e di approvvigionamento.
In tal senso la UIT propone e sottopone all’attenzione della Commissione:
- l’applicabilità del Regime forfettario anche per i Rivenditori di Genere di Monopolio;
- intervento sull’aggio;
- intervento di controllo sui rapporti tra Concessionari e Rivenditori.
(…) Si ritiene indispensabile un aumento dell’aggio sulle vendite dei tabacchi lavorati. Tale aumento è plausibile e si ritiene fattibile nella percentuale minima del 2% che porterebbe al 12% l’attuale aggio sui tabacchi lavorati e al 10% sulla raccolta dei giochi. Esso, se non direttamente applicabile all’atto dell’approvvigionamento dei tabacchi potrebbe essere distribuito sotto forma di credito d’imposta con la formula bonus/malus.
(…) Si ritiene indispensabile un intervento sulle modalità di gestione dei contratti che regolano i rapporti tra i Concessionari di Stato dei Giochi ed i Rivenditori di Generi di Monopolio. Pur trattandosi di un rapporto privatistico non si ritiene che possa essere escluso da un controllo regolamentante da parte degli Organi competenti trattandosi per entrambe le figure di Concessioni di Stato”.
Di seguito la memoria integrale: