Ieri c’è stato l’incontro della premier Giorgia Meloni con i suoi due vice, Antonio Tajani e Matteo Salvini, e con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che ha parlato del Piano strutturale di bilancio che l’Italia dovrà inviare all’Europa entro il 20 settembre.
Nella manovra 2025 il governo pensa di adottare un pacchetto di misure per migliorare le retribuzioni dei lavoratori, una serie di interventi per oltre 15 miliardi e, secondo indiscrezioni, punta a portare il deficit al 2,9% entro il 2026.
Così la manovra potrebbe essere per un importo di poco superiore ai 25 miliardi di euro, ma le risorse sono limitate.
Alcune potrebbero essere le attese maggiori entrate fiscali. Nel periodo gennaio-luglio 2024 l’ultimo bollettino registra un aumento di 19,2 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2023 (+6,2%), ma anche nelle migliori previsioni questi introiti non saranno sufficienti.
Ci si chiede allora perché non viene nemmeno menzionato il progetto di bando per le concessioni del gioco pubblico in presenza.
Non si prova più nemmeno ad ipotizzare soluzioni. Eppure tutti sanno che non è più tempo per inserimenti dell’ultimo minuto in manovra, quest’anno un eventuale provvedimento di proroga o l’indizione a sorpresa di un bando non potranno riscuotere successo in termini erariali se non si procede prima all’accordo in Conferenza Stato-Regioni, Unificata e Regioni autonome.
La Conferenza Stato-Regioni è convocata, in seduta ordinaria, per giovedì prossimo, 12 settembre 2024, ma all’ordine del giorno ancora non c’è il confronto sulle modalità di esercizio e installazione dei punti di raccolta del gioco pubblico.