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Indagine della Polizia del Brasile per gioco d’azzardo: le gru ‘pesca pupazzi’ taroccate

La Polizia brasiliana ha avviato una indagine su scala nazionale su apparecchi da intrattenimento del tipo gru a seguito della quale diversi individui sono stati indagati per il loro coinvolgimento nel reato di gioco d’azzardo.

A fine agosto la Polizia ha completato la seconda fase dell’operazione “Mãos Leves” che ha portato al sequestro di decine di “macchine pesca pupazzi”. Secondo la polizia sarebbero state manomesse illecitamente da gruppi criminali per rendere più difficile vincere: i media brasiliani parlano di “scandalo dell’artiglio debole”.

Gli agenti hanno dato il via a 19 mandati di perquisizione e sequestro. Uno degli indirizzi era presso un capannone a Inhama, nella zona nord di Rio de Janeiro, sede della Black Entertainment. C’erano dozzine di macchine e centinaia di giocattoli che secondo gli inquirenti venivano utilizzate dall’organizzazione.

Agenti specilizzati della Polizia hanno scoperto che il gruppo installava su ogni apparecchiatura un dispositivo che interferisce con la corrente elettrica che alimenta la gru per agganciare i peluches facendo credere al cliente di avere il controllo.

Secondo gli inquirenti solo dopo un certo numero di partite il morsetto rilascia la potenza necessaria all’artiglio per prendere un giocattolo.

Nella maggior parte dei tentativi, quindi, l’utente era destinato a perdere il denaro, perché la macchina non aveva abbastanza forza per catturare il pupazzo, oltre alla naturale difficoltà di afferrarlo.

Già a maggio scorso, nella prima fase dell’operazione, la polizia civile aveva indagato per lo stesso reato 11 persone e sequestrato 80 apparecchi destinati ai centri commerciali nella città di Rio de Janeiro e a San Joào de Meriti, nella Baixada Fluminense.

La sezione per la repressione dei crimini contro la proprietà immateriale (DRCPIM) aveva sequestrato anche circa 15.000 giocattoli di peluche contestando la violazione dei diritti di proprietà industriale per l’utilizzo di marchi famosi senza autorizzazione. (foto Polícia Civil).

Redazione Jamma
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