“Forse, spinti da questa corsa verso il futuro, ci dimentichiamo del passato. Guardate i numeri della ricerca con attenzione, mi domando come sia possibile, dopo vent’anni che siamo ancora qua a giustificarci e a chiedere, come dire, attenzione per un settore che era una volta un importante industria nazionale, che ha prodotto tanto in termini economici, ma soprattutto ha prodotto tanto in termini di sicurezza e professionalità”.
Così il Dott. Gennaro Parlati – Presidente ACMI Confindustria SIT – nel corso del convegno “Proiettare gli ADI nel futuro: Sostenibilità, innovazione e fiscalità”, organizzato dalla Sezione Concessionari ADI di AS.TRO Confindustria SIT di cui fanno parte Cirsa, Codere Network, Netwin e NTS.
“Il settore del gioco – ha proseguito – lo abbiamo creato noi vent’anni fa in Italia, una volta si è giocava solo la schedina. Oggi tutto quello che c’è nasce vent’anni fa con lo sviluppo di piccole aziende che hanno messo a disposizione capitali e le proprie industrie per sviluppare questo mercato.
Tra i punti che ha messo sul tavolo Iaccarino ne aggiungerei un quarto: Non si può fare riordino senza un’analisi attenta del passato.
Parlo di AWP, come ACMI ho necessità di parlare della cosa che mi interessa di più.
Vent’anni fa abbiamo bonificato il territorio, vent’anni fa abbiamo creato la più grande rete telematica di Controllo degli apparecchi.
Per vent’anni ci hanno imitato e sono venuti a studiarci da tutti i paesi del mondo per il nostro sistema di Controllo.
Ma non è possibile che dopo vent’anni, dopo aver sviluppato tutte queste capacità e aver garantito sicurezza al consumatore, dobbiamo ancora giustificarci.
Fate attenzione, quando io sento sbandierare i numeri sulla ludopatia, elemento fondamentale su quale noi prestiamo la massima attenzione, ci si dovrebbe domandare: ma questi numeri dove li raccogliete se non ci sono i nostri sistemi di controllo?
In passato, quando c’era anarchia totale, il ludopate non era neanche rintracciabile.
Quindi dicevo, corriamo, corriamo, ma ci dimentichiamo di quello che abbiamo realizzato, non si può creare un futuro senza prestare attenzione a quello che abbiamo fatto fino adesso, e un progetto di riforma, lo si deve dire prima, e sono d’accordissimo, non può essere affrontato a spot. La riforma deve essere organica. L’altro elemento è la questione territoriale, ancora non abbiamo la possibilità di interloquire con chi per anni ci ha messo sul tavolo richieste assurde, sulle quali ha avuto un peso fondamentale la politica.
Stiamo parlando di qualcosa che probabilmente potrebbe anche non venire mai alla luce, se non rispondiamo alla questione territoriale. Dobbiamo essere certi che ci sia dalla parte della politica un approccio costruttivo e produttivo nel confrontarsi con noi”.