“Lo scambio di idee, il confronto, l’elaborazione attraverso numerosi approcci disciplinari è alla base dell’innovazione e dell’evoluzione dell’umanità”.
Emmanuele Cangianelli, presidente di EGP Fipe Confcommercio, con queste parole rilancia quanto osservato da una nota esponente del comparto dei giochi pubblici, la dottoressa Imma Romano, direttore delle relazioni istituzionali di Codere Italia, a proposito della presentazione del secondo rapporto prodotto da Federconsumatori con CGIL “Il libro nero dell’azzardo“, ieri a Roma.
“Sono andata nella speranza di poter ascoltare, dai numerosi e valenti relatori presenti, proposte e iniziative per il futuro riordino (dei giochi ndr)”, spiega Romano “.Purtroppo nulla di tutto ciò. E’ andata in onda la consueta retorica: un mondo diviso tra “noi” (i buoni contro l’azzardo) e “loro” (i cattivi: concessionari, ADM, associazioni di categoria etc). Ho ascoltato fino alla fine, anche le numerose imprecisioni e le altrettanto numerose ripetizioni, e poi ho chiesto, con educazione, se potevo fare un paio di domande”. Richiesta che a quanto pare non è stata soddisfatta.
“Ancora una volta si è persa l’occasione del confronto, della possibilità di ascoltare. dire e replicare”, si rammarica Imma Romano. “E’ stata richiamata più volte la Costituzione. Suggerisco di dare una riletta, mi sa che il concetto di democrazia vale solo fuori dalla porta e solo se si è in linea con le idee professate”.
Cangianelli ricorda che il confronto non è molto ‘praticato’ da “molti “osservatori” del fenomeno socioeconomico del gambling”.
“Approcci chiusi e bias cognitivi, tra le principali cause dello stato di cose, principalmente culturale, che un quotidiano nazionale, parafrasando Giuliano Amato, ha definito la Foresta pietrificata del retail gaming italiano.
Una Foresta nella quale non possono entrare – se non per la spontanea volontà delle imprese, in assenza di una regolamentazione aggiornata e puntuale – l’innovazione tecnologica, la qualificazione e la maggiore responsabilità degli operatori di settore, informazione e comunicazione costanti per favorire i consumi consapevoli.
Vale a dire i pilastri della legalità, della tutela delle persone e dell’economia osservata del comparto.”
La ‘sordità’ ancora una volta dimostrata in questa occasione è l’ennesima riprova della difficoltà dei due mondi, quello dell’impresa e quello che viede definito del Terzo Settore, di confrontarsi.
Da molti anni, almeno due decenni, il pregiudizio del secondo nei confronti del primo prevale sulla possibilità di capire quale potrebbero essere le alternative a questo atteggiamento di chiusura. Con risultati a dir pochi grotteschi, come il lamentare l’impossibilità di poter accedere ai dati di mercato delle slot quando la norma che lo impedisce è stata voluta e sostenuta da uno dei politici, allora in maggioranza, più contrari al settore dei giochi e più vicino ai movimenti no-slot. Il paradosso che supera ogni realtà. Anche quella di chi mostra scarsa memoria, come nel caso degli autori del report.