“Guardando a quanto avvenuto in Europa da ormai diversi anni, un buon metodo è
certamente quello adottato in Inghilterra con l’ormai famoso Taylor’s Act che in Italia
è stato mutuato solo in piccolissima parte (stewards, telecamere, biglietti nominativi). È mancata la parte in cui Governo, squadre, Enti terzi (nella fattispecie le società di betting) hanno condiviso progetti e (soprattutto) fondi (anche sotto forma di sgravi e quant’altro per la parte pubblica) per la costruzione e privatizzazione degli impianti. Oggi infatti l’impianto di proprietà, fruibile 7 giorni su 7 e nella piena disponibilità dei Clubs (comprese aree annesse) è di vitale importanza da un punto di vista patrimoniale, di immagine e di rapporto col territorio”.
E’ quanto si legge nella memoria rilasciata al Senato dalla società sportiva Hellas Verona FC in seguito all’audizione, svoltasi la scorsa settimana in Commissione Cultura, sull’Affare assegnato n. 373 (Prospettive di riforma del calcio italiano), parlando del modo con cui il Legislatore possa, mediante l’introduzione di norme primarie ad hoc ovvero attraverso atti di indirizzo nei confronti dell’Esecutivo, contribuire alla crescita del sistema, anche con riguardo alla possibilità di agevolare la realizzazione di infrastrutture socio sportive e di stadi, inclusi quelli di grandi dimensioni.