“Con l’approvazione della legge n. 111 del 9 agosto 2023, ed in particolare con la delega contenuta nell’articolo 15, sembrava che il Governo, e la sua maggioranza, avessero definitivamente avviato il percorso per giungere all’auspicato riordino del gioco pubblico.
Un percorso che, dopo il confronto con le autonomie locali, si sarebbe dovuto concludere, almeno questo era l’auspicio, con la emanazione di un Testo Unico del gioco.
In questa direzione si era mosso il Governo, subito dopo l’approvazione della legge n. 111. La immediata costituzione, da parte del MEF, di una Commissione presieduta dal Direttore Centrale Giochi di ADM, Mario Lollobrigida, ed i tempi ristretti concessi alla stessa per predisporre un documento sul riordino dell’intera materia, sembravano confermare questa volontà”. E’ quanto osserva Domenico Faggiani, membro dell’Osservatorio regionale sul fenomeno del gioco d’azzardo“.
“Poi, improvvisamente, un cambio di rotta. La presentazione di un testo relativo soltanto al gioco a distanza; testo che, dopo il rapido passaggio in Conferenza Unificata ed in Parlamento, è diventato il decreto legislativo n. 41 del 25 marzo 2024.
Ora rimane da affrontare il riordino del gioco fisico.
Come è noto è stato aperto, nelle scorse settimane, un tavolo tecnico presso la Conferenza Unificata, al fine di acquisire l’intesa con le Regioni e con i Comuni.
Si tratta di un passaggio fondamentale, che richiede un serio ed approfondito confronto; confronto al quale il Governo non si è presentato – finora – con una bozza di decreto, come avvenuto per il gioco a distanza. Sul tavolo c’è, al momento, un documento elaborato dalla Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
Premesso che sui Principi e criteri direttivi fissati dalla delega, e giustamente ribaditi nell’articolo 3 del decreto legislativo n. 41, non credo vi siano obiezioni, si tratta di fissare alcuni punti fermi.
Innanzi tutto la necessità di stabilire norme e regole uguali, che valgano cioè per l’intero territorio nazionale, a cominciare dalla individuazione dei c.d. luoghi sensibili. E poi, rispetto a questi luoghi, la fissazione di distanze, calcolate con il metodo della distanza pedonale più breve, utilizzando le regole del codice della strada.
La uniformità, a livello nazionale, si rende necessaria anche per evitare quanto accaduto nel corso degli anni passati. Abbiamo assistito a mutamenti di queste norme, nelle varie leggi regionali, dettati dalla prossimità della scadenza elettorale, oppure a seguito di cambi di maggioranze al governo della Regione. Si tratta di aspetti che non possono essere legati al …mutamento di vento a livello regionale.
Il parametro della distanza dai luoghi sensibili può essere abbinato al c.d. parametro di densità, meccanismo quest’ultimo in vigore per le rivendite dei tabacchi. Un parametro che potrebbe consentire una omogenea distribuzione dell’offerta di gioco su tutto il territorio comunale, evitando così una eccessiva concentrazione di offerta in alcune zone.
Sarà necessario evitare, però, che il combinato disposto provochi problemi ad esercizi che magari si sono già trasferiti per effetto di leggi regionali; quindi le disposizioni dovranno essere chiare e, ovviamente, non retroattive.
Rispetto a tutto ciò, comunque, va sempre tenuto presente da un lato il dato che norme che portano “di fatto” alla espulsione del gioco fisico non fanno altro che lasciare spazio all’illegale e, dall’altro, che con la enorme espansione del gioco online, il problema delle distanze non esiste più.
Quindi la ricerca di strumenti più efficaci di prevenzione, su cui bisogna puntare l’attenzione, deve passare attraverso una buona formazione degli operatori del settore, oggi realizzata soltanto in qualche Regione, ed efficaci controlli; aspetto questo sul quale poi tornerò.
Altra questione che necessita di una regolamentazione a livello nazionale è quella relativa agli orari, da fissare tenendo anche conto della distinzione tra esercizi dedicati ed esercizi nei quali l’offerta di gioco non costituisce attività prevalente. Orari uniformi, a livello nazionale, tra l’altro, potranno evitare problemi per la effettuazione dei controlli.
Una volta fissati questi punti, almeno per quanto concerne i Comuni, si tratta poi di approfondire alcuni aspetti; ne citerò tre.
Innanzi tutto il tema dei controlli. La Polizia locale, presente in modo capillare su tutto il territorio nazionale, può fornire un importante contributo nel contrasto all’illegalità, oltre che nei controlli di routine delle attività legali. Ma occorre che vengano definiti chiaramente compiti e competenze, e serve una adeguata attività di formazione e di successivo aggiornamento. Per questo necessitano risorse, e vengo così al secondo aspetto.
Occorrono risorse, da destinare direttamente ai Comuni. Potrebbe essere costituito un fondo, a livello nazionale, da ripartire tra i Comuni, destinato appunto alle attività di formazione del personale comunale ed in particolare della Polizia Locale.
C’è poi la questione della “certificazione dei locali”, della quale si fa un accenno nel documento di ADM, con la previsione della emanazione di un provvedimento del Direttore dell’Agenzia, per la indicazione degli standard. È evidente che anche questo aspetto interessa direttamente i Comuni, ai quali dovrà essere affidato il compito di rilasciare questa certificazione. Ciò, tra l’altro, consentirà al Comune di avere un quadro preciso circa la dislocazione dei punti di offerta di gioco sul proprio territorio e consentirà di evitare che un esercizio, titolare di licenza art. 86 TULPS, possa regolarmente attivare offerta di gioco, ad esempio tramite installazione di AWP, senza però che il Comune ne sia a conoscenza.
Questi alcuni degli aspetti di interesse dei Comuni sui quali occorre un confronto con Governo e Regioni”.