“Il risultato del 2017 in Conferenza Unificata può essere solo parzialmente una base di partenza, perchè c’era un errore sul discorso del distanziometro. Quanto stabilito nel 2017, infatti, non può funzionare, perchè determina un effetto espulsivo totale sul territorio. Non possiamo permettere di confermare quelle distanze né queli luoghi sensibili. I luoghi sensibili potrebbero essere quelli frequentati dai minori, come gli istituti di istruzione secondaria e superiore. La soluzione deve essere uguale per tutte le regioni. Con il riordino la formazione riguarderà anche gli operatori di gioco e sarà analoga a quella che già gestiamo per i rivenditori di generi di monopolio. Siamo d’accordo sulla compartecipazione degli enti locali sia al gettito derivante dal gioco che sulle sanzioni derivanti dalle attività di controllo, lo avevamo proposto già 20 anni fa. Il distanziometro è un problema anche dal punto di vista della tutela del gioco legale, con la conseguente recrudescenza di quello illegale. Lo abbiamo visto in Emilia Romagna. Dobbiamo fare un piano serio, anche mantenendo un minimo di distanze rispetto solo ad alcuni luoghi sensibili. Ad esempio con un distanziometro di 200 metri dagli istituti scolastici si avrebbe un effetto espulsivo del 10%, un risultato accettabile. Stiamo cercando di trovare unitarietà e condivisione nella decisione, speriamo che si possa arrivare all’obiettivo in tempi brevi”.
Lo ha detto Mario Lollobrigida (in foto), Direttore Giochi dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, intervenendo presso la sala Caduti di Nassirya del Senato alla presentazione del libro dell’avvocato Geronimo Cardia “Il gioco pubblico in Italia: riordino, questione territoriale e cortocircuiti istituzionali”.