“Questo libro rappresenta una radiografia di quello che è oggi il panorama del gioco in Italia. Tanti, troppi siamo dalla parte sbagliata. Il gioco è una delle principali entrate dello Stato. O si ha il coraggio di dire rinunciamo agli introiti del gioco legale, oppure non ha senso fare solo populismo, con il risultato che si fa brindare a champagne l’illegalità. Ce lo insegna la storia, quando la legalità ha grossi limiti l’illegalità brinda. Il risultato è che le ludopatie crescono e lo Stato perde soldi. Questo dobbiamo dircelo chiaramente. Nell’ambito della riforma si è lavorato sul gioco online e speriamo che tutto prosegua nella direzione auspicata. Io avrei visto dei bandi di gara di importi più contenuti. Adesso siamo davanti al riordino del gioco fisico, auspichiamo che possa avvenire creando uniformità sul territorio. Nella Conferenza Stato-Regioni bisognerà trovare un punto di incontro. Il mio suggerimento è stato quello fare in modo che il Preu coinvolga, almeno parzialmente, anche gli enti locali. Questo potrebbe favorire il raggiungimento di un accordo, che sarebbe un bel passo in avanti. Un’altra tematica che riguarda il gioco, legata alla demagogia, è quella di isolare il gioco in periferia, che paradossalmente è dove si trova meglio il ludopatico, ovvero lontano da tutti. Bisogna favorire un gioco più controllato e diffuso in modo equilibrato. I piaceri della vita vanno utilizzati in modo morigerato, con equilibrio. I problemi con le banche? Per me voi che siete il collettore del denaro che confluisce nelle casse dello Stato avete la forza e la dignità di essere trattati come tutti gli altri imprenditori italiani”.
Lo ha detto Andrea de Bertoldi (in foto), deputato di Fratelli d’Italia e membro della Commissione Finanze della Camera, intervenendo presso la sala Caduti di Nassirya del Senato alla presentazione del libro dell’avvocato Geronimo Cardia “Il gioco pubblico in Italia: riordino, questione territoriale e cortocircuiti istituzionali”.