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Gioco legale, EGP-FIPE: “Oltre una giocata online su tre arriva da punti vendita della rete fisica. Occorre un riordino generale”

Il Presidente Cangianelli: “Le nostre proposte si basano su regole nuove per evitare di avvantaggiare solo alcuni canali distributivi, politiche fiscali aggiornate e al passo con le dinamiche di consumo, digitalizzazione delle sale e rinnovamento del ruolo degli esercenti”

La particolare attenzione del Governo nei confronti di una nuova regolamentazione anticipata del gioco online si spiega certamente con l’esplosione di questo canale distributivo e per la presunzione, errata, che esso non sia correlato alla rete fisica. I dati mostrano una realtà diversa, con oltre il 35% delle giocate online, quindi più di 1 su 3, generate da conti attivi presso punti vendita sul territorio. Ancora più ampia è la dimensione delle ricariche in contanti sui conti gioco online. Si tratta di numeri importanti, che vanno considerati anche nell’ottica di prevenire le dipendenze patologiche”. Così Emmanuele Cangianelli (nella foto), Presidente di EGP-FIPE, Organizzazione Nazionale di Categoria della FIPE, Federazione Italiana Pubblici Esercizi di Confcommercio-Imprese per l’Italia, intervenuto in occasione di Enada 2024, una delle principali fiere europee dedicate al gaming.

Ulteriore dimostrazione di quanto la rete fisica sia centrale arriva dall’analisi economica del mercato nell’ultimo anno. Nel 2023 sono stati spesi in giochi regolamentati (non potendo contabilizzare il gioco illegale) circa 20,9 miliardi di euro: 10,4 in apparecchi da gioco, scommesse, bingo in punti vendita, 6,1 in giochi numerici e lotterie, 4,4 nei giochi online. Questa spesa ha generato circa 10,8 miliardi di gettito erariale (57% apparecchi, scommesse e bingo, 32% giochi numerici e lotterie, 11% giochi online); circa un ulteriore miliardo di euro deriva dalla tassazione delle vincite dei giocatori, anche in questo caso prevalentemente generate nei punti vendita.

I dati sulle performance economiche e le relative considerazioni chiariscono come la regolamentazione delle diverse reti di punti vendita dei giochi in concessione sia senza dubbio il “pezzo forte” del compito che il Parlamento ha affidato al Governo. Anche perché incide su una filiera di circa 140.000 persone su 150.000 occupati totali nel comparto”, aggiunge il Presidente di EGP-FIPE.

“Per evitare, dunque, di agire in maniera parziale, l’interlocuzione avviata con il Legislatore si basa su proposte precise. Innanzitutto serve una più marcata distinzione tra regole per gioco in punti vendita e gioco online, per garantire meglio i consumatori dalla pervasività di offerte irregolari o illegali, che si insinuano principalmente dai canali online. Per quanto riguarda l’offerta nei punti vendita serve l’aggiornamento delle politiche di prodotto e fiscali del comparto; queste ultime, infatti, mal si conciliano con le nuove dinamiche di consumo. Occorre offrire ritorni in vincite capaci di garantire intrattenimento per tutti i giochi pubblici proposti nei bar, nelle tabaccherie e nelle sale specializzate, con le differenze necessarie per le diverse funzioni di questi luoghi e l’attenzione a non favorire ancora indebiti vantaggi competitivi di prodotti o canali distributivi su altri. Per questo, proponiamo ai regolatori l’aggiornamento delle modalità di prelievo su alcuni giochi e la programmazione di nuove modalità organizzative dell’offerta nei punti fisici, che dovranno puntare sulla digitalizzazione e sul potenziamento delle responsabilità degli esercenti. Quelle descritte sono linee di innovazione improrogabili per riuscire a mantenere il perimetro di legalità conquistato, tutelare i consumatori e consolidare il comparto anche dal punto di vista economico, nell’interesse dell’erario e delle imprese che vogliono continuare ad investire nel sistema concessorio”, conclude Cangianelli.

Lo scenario italiano

Enada 2024 è anche l’occasione per fare il punto sulla rete attualmente attiva sul territorio Italiano, sia per quanto riguarda le sale specializzate che per i pubblici esercizi con offerte di gioco. Le sale specializzate per i giochi pubblici sono in totale 4.668, e sono le sale per il gioco del bingo, le sale (o negozi) scommesse e le sale dedicate ad apparecchi da intrattenimento, nelle quali è vietato l’accesso ai minori. Il maggior numero di punti è in Lombardia e Campania (rispettivamente 669 e 666, in entrambi i casi poco più del 14% sul totale), seguite dal Lazio e dal Piemonte (rispettivamente 438 e 425, in entrambi i casi poco più del 9% sul totale). I pubblici esercizi che hanno attività prevalente diversa dall’offerta di giochi pubblici ma che li propongono come attività secondaria (apparecchi da intrattenimento e “corner” scommesse,

differenti dalle ricevitorie di prodotti di lotteria; più recentemente, anche servizi di ricarica dei giochi online) sono prevalentemente bar ed altri esercizi di ristorazione e sale giochi, e sono in totale 32.973. Anche in questo caso la concentrazione di questi esercizi è prevalente in Lombardia (5.525 punti, quasi il 17% del totale) seguita dalla Campania (3.336 punti, circa il 10% del totale), dal Lazio (2.783 punti – 8,4% del totale) e dal Veneto (2.738 – 8,3% del totale).

Redazione Jamma
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