“Se il settore del retail, dopo 20 anni di confronti e di scontri, ha finalmente chiarito tutta una serie di posizioni, il settore online è completamente sprovvisto di questa regolamentazione. Se dovessimo pensare di affrontare altri 10 anni di contenziosi sarebbe veramente un dramma per l’impresa. Sempre come Centro Studi di cui faccio parte, che è un osservatorio indipendente che si rivolge non solo agli operatori ma anche alle istituzioni, stiamo elaborando questo nuovo documento sulle indicazioni IVA in materia di online prendendole dal terrestre. L’articolo 10, al numero 6, esenta tutte le attività di raccolta di gioco pubblico in capo ai concessionari, al numero 9 estende l’esenzione anche alle attività di mandato, procacciamento e intermediazione, ovviamente intermediazione in termini commerciali. Poi ci hanno detto che sono esenti tutte le opearazioni svolte dal concessionario e dai propri terzi incaricati, che devono essere ritenute necessarie e indipendenti. Skin, pvr, agenti, sono tutti soggetti che possono rientrare in quella filiera di esenzione, l’importante è che ci sia il contratto con il concessionario, che siano remunerati sul cassetto della raccolta e togliamo dai contratti la frase “comprensivo di iva se dovuta” oppure “in caso di applicazione dell’Iva”. Se lo scriviamo nei contratti diamo un assist all’Agenzia per poi andare a innescare un altro meccanismo di accertamenti. Io ho seguito più di 200 Commissioni tributarie sul terrestre, non vorrei che succedesse la stessa cosa sull’online. L’impegno è quello di riaprire un confronto con la direzione centrale come facemmo nel 2014 in occasione della circolare su sale giochi e biliardi, per riuscire a dare anche al mondo dell’online l’inquadramento e l’esenzione di tutti i terzi incaricati. Se vogliamo aggregare i piccoli concessionari, diamogli anche questa opportunità”.
Lo ha detto Francesco Scardovi (nella foto) del Centro Studi Gioco Pubblico, intervenendo a un convegno nell’ambito della fiera Enada Primavera 2024 in corso a Rimini.