(Jamma) – Si è svolta il 14 maggio l’udienza conoscitiva della Commissione Politiche per la Salute e Politiche Sociali della Regione Emilia Romagna per la valutazione dei quattro progetti di legge regionale presentati da diversi gruppi consiliari per “il contrasto, la prevenzione, la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d’azzardo patologico”.
L’iter legislativo previsto dalla Giunta Regionale prevede l’emanazione entro l’estate di un provvedimento fortemente limitativo l’apertura e la gestione di punti per la raccolta del gioco lecito. Alla udienza ha partecipato il Dott. Rondoni Marco Fabio vice-presidente di AS.CO.B. che nel corso del suo intervento ha analizzato il mercato del gioco in Emilia Romagna convenendo con la Commissione sull’esigenza di produrre un adeguato strumento legislativo utile a mettere a sistema tutte le competenze, le strutture e le sensibilità esistenti sia all’interno della filiera degli operatori del gioco lecito sia nell’ ampio tessuto delle strutture assistenziali pubbliche e del volontarito.
Non ha potuto comunque evitare di sottolineare l’approccio generalizzato con cui le Proposte di Legge presentate affrontano il problema accumunando, senza distinzione alcuna nelle limitazioni proposte, tutte le tipologie di gioco lecito indipendentemente dalla natura dei presupposti esistenti per l’operatività delle singole location di commercializzazione.
E’ stato sottolineato come la rete dei punti di storicamente deputati alla commercializzazione di gioco lecito, ovvero le sale bingo e le agenzie per la raccolta delle scommesse, operi in base a specifiche Concessioni appositamente contratte per determinati spazi che non a caso in sede di bando erano stati assoggettati a precisi contingentamenti collegati alla popolazione residente e ad una adeguata distribuzione territoriale.
Concessioni rigorose con obblighi importanti e impegni fideiussorii, da oltre 500 mila euro per ciascuna sala bingo, a favore dello Stato a garanzia dell’adempimento delle stesse.
La proliferazione di c.d. “sale dedicate” ed esercizi con “attività prevalente diversa dalla commercializzazione del gioco pubblico” non sottoposti, se non indirettamente ad alcuna delle obbligazioni concessorie di cui sopra, ha di fatto provocato l’esplosione del fenomeno che oltre alle evidenti “distorsioni”urbanistiche ha generato la forte reazione di un opinione pubblica influenzata anche dall’erronea enfasi su dati che non quantificano la reale entità del fenomeno. Non si può infatti continuare a discutere di spesa per il gioco lecito confondendo il movimento della raccolta con quanto realmente speso dal pubblico.
Rondoni ha auspicato che il Legislatore Regionale sappia emendare il proprio Progetto di Legge definitivo in modo da affrontare con un approccio diverso e consapevole le problematiche inerenti la rete dei Concessionari dello Stato storicamente deputata alla commercializzazione del gioco lecito e specularmente contribuire alla risoluzione dei problemi legati alle tante forme di presenza di iniziative di attribuzione incerta quali i circoli per il poker sportivo, i punti di commercializzazione di scommesse di operatori esteri non concessionari e i c.d. internet point .
Il tutto nella massima coerenza con le norme primarie dello Stato che nel caso delle sale Bingo vanno dalla tutela della privacy al presidio anti-riciclaggio, dalla tutela dei minori a quella della pubblica sicurezza.
Tutte le imprese serie, strutturate e radicate nel territorio come sono da oltre dieci anni quelle che gestiscono le sale Bingo hanno interesse a che il gioco oltre che lecito sia anche “sano” e per ciò l’AS.CO.B. fornirà entro pochi giorni alla Commissione regionale le proprie osservazioni e proposte che non potranno che tener conto dei principi basilari espressi.