Casinò di Sanremo. Nuovo incontro Cda-sindacati, ma mancano proposte condivise

(Jamma) Al momento nessuno dei 123 dipendenti verrà licenziato, nessuna lettera è stata inviata ma i sindacati devono fare in fretta a salvare la situazione proponendo la strada. Di contro a questa soluzione  ci saranno i tagli in busta paga, sulle voci accessorie, in proporzione allo stipendio di ciascun dipendente che sarebbe un primo passo verso il risanamento e la messa in sicurezza dell’azienda anche se la strada è ancora lunga poiché manca l’accordo tra le sigle sindacali.

Queste le conclusioni del nuovo incontro che il CdA del Casinò di Sanremo ha tenuto con i sindacati dei lavoratori, durante il quale il presidente Ghinamo ha fatto una proposta di mediazione che prevede per il 2013 un accordo ponte, che dovrebbe fare la fotografia entro fine anno tenendo conto di quanti dipendenti lasceranno la casa da gioco fruendo dell’incentivo all’esodo a cui farà seguito un lavoro unitario che possa portare ai contratti di solidarietà per l’anno 2014 anche se gli stessi sarebbero una strada dolorosa per azienda e lavoratori.

Sul fronte sindacale la Cgil pur raccogliendo con favore l’evoluzione della situazione conferma di preferire  la strada dei contratti di solidarietà’ auspicando l’attivazione immediata della procedure preso il Ministero. La Cisl rimane possibilista a percorrere tutte le strade che evitino il ricorso ai licenziamenti collettivi. Lo Snalc, preoccupato del trascorrere del tempo invita tutti a fare uno sforzo per addivenire al più’ presto a una soluzione. Giudica profondamente sbagliata l’idea dei 123 licenziamenti e non vuole sentire parlare, chiede di fare i conti, comune denominatore per impostare le strategie. L’Ugl dice basta agli attendismi, allo giocare di sponda e chiede di addivenire ad un accordo migliorativo rispetto a quello respinto dal referendum: “Vigileremo perché ora si arrivi a un’intesa che non sia peggiorativa per i lavoratori”. Infine la Uil che si dichiara possibilista a un accordo ponte da definire con un piano di riorganizzazione purché in parallelo si attivino le procedure per il contratto di solidarietà.

In sintesi tutti si dicono preoccupati ma in realtà mancano le proposte condivise, sarebbe forse il caso di fermarsi e riflettere e cercare anche alla disperata, la ricerca delle coperture dei costi che necessitano per salvare l’azienda ed evitare i consequenziali  esuberi.