Pisapia (sindaco Milano): “La regolamentazione del gioco va fatta a livello nazionale; i comuni possono solo fare prevenzione”

(Jamma) Il tema della regolamentazione dei giochi d’azzardo va affrontato a livello di governo e di parlamento, perché i comuni non possono intervenire per limitarne la diffusione. Così il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia ha risposto alle Iene in una intervista andata in onda ieri sul gioco d’azzardo.
“La materia – ha spiegato Pisapia – dipende dal questore e dal Ministero degli interni. Il comune può intervenire sulla prevenzione con una serie d’interventi educativi nelle scuole, aiutando le famiglie. Ma spesso si riesce a farlo quando è troppo tardi”. I comuni, secondo Pisapia, dovrebbero poter decidere sulle ubicazioni e sugli orari di apertura. Milano ha tentato, per la verità, con una ordinanza, di limitare il tempo d’apertura. “Ma il Tar – ha aggiunto alle Iene – ci ha dato torto perché, appunto, la legge non consente al comune di porre limiti su una materia che non dipende da lui. E poi c’è la legge sulla liberalizzazione del commercio: il questore può intervenire solo se c’è un concreto rischio di ordine pubblico”.

E inevitabile l’accenno agli affari della criminalità organizzata, che come è noto è entrata nel business delle slot machines: “A Milano – ha confermato il sindaco – il comune si è anche costituito parte civile rispetto ad associazioni mafiose che guadagnavano anche con questi metodi, che sono orribili perché le persone si rovinano”.

Infine la proposta: dotare le slot machines di un lettore di codice fiscale, come proposto da un ex giocatore intervistato sempre dalle Iene (“Se mi disabilitano il codice fiscale, sono sicuro che non potrò mai più tornare a giocare”). Pisapia si è mostrato d’accordo aggiungendo che, in questo modo, “immediatamente si conosce chi gioca per una volta e chi invece del gioco ha fatto una malattia” e si può intervenire dal punto di vista sanitario”.